Cari Missionari

«Inside Tanzania»
dossier… in concorso

Spettabile Redazione,
a Portopalo di Capo Passero (comune all’estremità sud-est della Sicilia) ogni anno viene assegnato il Premio nazionale giornalistico-letterario «più a sud di Tunisi», così denominato dalla posizione geografica di Portopalo, situata al di sotto del parallelo della capitale tunisina…
Tra i premiati delle passate edizioni si trovano Giulio Albanese, Alfio Caruso, Felice Cavallaro, Nino Milazzo, Vincenzo Grienti…
Le categorie sono due: Gioalismo (reportage, sociale, focus sul territorio) e Letture (saggistica, poesia…). Per l’edizione 2009 del Premio un nostro collaboratore ci ha segnalato il dossier «Inside Tanzania», pubblicato nel numero di gennaio 2009 della rivista Missioni Consolata. Entro il 20 agosto verranno comunicati i vincitori. La cerimonia di consegna del premio è in programma a metà settembre…
Segreteria Organizzativa

Caro Direttore,
sono Marta dell’associazione «Una proposta diversa onlus», cui mandate una copia della vostra interessante rivista, davvero ben fatta. Nel numero di gennaio c’è un dossier sulla Tanzania che ci riguarda da vicino, visto che da vari anni intratteniamo un rapporto di fattiva collaborazione con le suore di Ilamba e Iringa, ultimamente con il progetto «Tunafurahi kwenda shuleni» e con l’adozione a distanza di un gruppo di bambini, il «Tumaini». Al fine di fare ulteriore opera di informazione e sensibilizzazione, vi chiediamo di inviarci alcune copie…
Vi ringraziamo di quanto potrete fare. Cordiali saluti.
Marta
Padova

Congratulazioni con l’autrice del dossier e… in bocca al lupo per il concorso di Portopalo!

Un numero… a ruba
 
Cara Redazione,
sono un’abbonata e desidero chiedere se ci sono ancora due copie del numero monografico dedicato ai «Diritti umani» proclamati 60 anni fa. Tale numero l’ho portato a scuola, dove lavoro, ed è sparito; spero l’abbia preso qualcuno interessato all’argomento, apprezzandone la bellissima impostazione. Poichè lo stavo usando con i ragazzi avrei piacere di avee, se è possibile, un’altra copia o due….
Milva Capoia
Collegno (TO)

Siamo felici di sapere che «Diritti e rovesci», ultimo numero speciale della nostra rivista, vada… a ruba. Abbiamo ancora varie copie a disposizione per chi è interessato ad approfondire e far conoscere meglio l’argomento, tanto più che a 60 anni dalla sua Dichiarazione universale, i diritti umani continuano a subire troppi «rovesci».  
 

Senza… malizia

Caro Direttore,
leggendo la vostra rivista, mi fa piacere vedere lo sforzo che state facendo per diminuire la sofferenza  e la povertà e ammiro senz’altro il vostro apostolato, nel quale cercate di dare soluzioni ai problemi del mondo odierno.
Ma nell’edizione del numero di febbraio 2009 della vostra rivista ho avuto un grande dispiacere nel costatare la mancanza di sensibilità per aver messo in mostra le foto dei ragazzini nudi del Mozambico, nelle pagine 12 e 13 del numero sopraccitato.
È un fatto scontato che voi vi prendete cura dei poveri, ma potete aiutare anche senza annientare la dignità di quei ragazzi innocenti. È moralmente inaccettabile. Pensi un po’ se lei fosse uno di quei ragazzini, cosa avrebbe pensato vedendosi nudo così per tutto il mondo? O se loro fossero i suoi parenti quale sarebbe stata la sua reazione a tal proposito?
Appartengo alla chiesa e conosco bene le diverse imprese che la santa madre chiesa sta intraprendendo nei diversi ambiti della vita per la promozione della dignità dell’uomo, come tale non dobbiamo trascinare questa dignità nel fango comunque stiano le cose. Un bambino è una persona e deve essere rispettato anche quando è impoverito sia dalla natura sia dalla malattia; perché egli è «creatio imago Dei».
In tutto mi piacerebbe sentire la sua risposta a questa osservazione che ho fatto. Mi sono coinvolto perché c’è in gioco la dignità della persona.
In attesa della sua risposta. Grazie.
Vitus Mario C.U.
via e-mail

Scrivendo ai primi missionari della Consolata operanti tra gli africani, il nostro beato fondatore, Giuseppe Allamano, diceva: «Fateli prima uomini e poi cristiani». La promozione umana è sempre stata il primo scopo delle nostre attività e la nostra rivista non fa eccezione. Anche quando parliamo di miseria e degrado, cerchiamo di evitare rappresentazioni che possano dare un’immagine negativa dell’Africa, oltre a offendere la sensibilità e dignità umana.
Le immagini di bambini nudi nelle due pagine citate, non le riteniamo affatto offensive: sono state scattate con il consenso degli anziani e descrivono un momento importante della vita di quei ragazzi, come è di fatto l’iniziazione in tutte le culture subsahariane. Per cui non pensiamo che qualcuno di essi si senta offeso nel vedersi ritratto in quel modo.
Inoltre, bisogna tenere presente che, in generale, gli africani non guardano alla propria e altrui nudità con malizia, come invece avviene nella nostra cultura occidentale.

I TERMOVALORIZZATORI …INQUINANO

C ara redazione di Missioni Consolata                                siamo i collaboratori di MC, che curano la rubrica
«Nostra madre terra» per le tematiche che riguardano l’ambiente, e vi scriviamo per manifestare la nostra preoccupazione per l’atteggiamento generalizzato di media e politici nei confronti degli operatori sanitari, che segnalano i pericoli riguardanti la salute pubblica e la difesa dell’ambiente.
Uno degli argomenti frequentemente dibattuti in questi giorni è quello che riguarda il trattamento dei rifiuti; i dibattiti televisivi e giornalistici presentano come unica soluzione l’incenerimento in impianti con recupero energetico, impropriamente definiti «termovalorizzatori», che in realtà non valorizzano alcunché, perché è noto che si risparmia più petrolio riciclando materia di quanto non se ne risparmi con i rifiuti bruciati nei «termovalorizzatori», essendo necessario produrre nuovamente ciò che è stato bruciato.
La pratica dell’incenerimento è inaccettabile dal punto di vista della salute pubblica e della salvaguardia dell’ambiente e, se paragonato a metodi alternativi, non è vantaggioso né economicamente, né socialmente dal punto di vista della creazione di posti di lavoro. Inoltre, la «soluzione» dell’incenerimento si allontana dall’orientamento preso dalla Commissione europea, che considera le alternative all’incenerimento, come convenienti e pertanto prioritarie.

M algrado queste valutazioni, che trovano riscontri scientifici a livello internazionale, la politica e i media italiani perseverano nella presentazione dell’incenerimento come unica soluzione e censurano tutti i messaggi e le prese di posizione degli studiosi, che quasi mai vengono invitati ai dibattiti su questo argomento. Alcuni fatti recenti ci hanno spinti a scrivere a codesta redazione.
Il 12 marzo 2009, su Rai2 abbiamo assistito a una puntata di Annozero, dedicata principalmente alla presentazione della nuova sinistra rappresentata da Matteo Renzi, 35 anni, attuale presidente della provincia di Firenze, scelto come candidato sindaco del capoluogo. Anche se la puntata non era dedicata al problema dei rifiuti, la parola che abbiamo sentito più spesso durante la trasmissione è stata «termovalorizzatore», che è la ormai ben nota macchina, che brucia i rifiuti e causa gravi danni alla salute di chi abita nei paraggi.
Matteo Renzi (che recentemente ha usato toni ingiuriosi e sprezzanti nei confronti di una seria e stimata oncologa, la dottoressa Patrizia Gentilini) ha continuato a raccontare la solita storia dei termovalorizzatori europei che, a suo dire, non hanno mai causato alcun danno. I fatti sono ben altri e sono parecchi gli studi scientifici, che hanno riscontrato aumenti significativi di tumori nelle aree dove sono attivi questi pericolosi impianti di trattamento dei rifiuti.
Un avvocato, durante la suddetta trasmissione, ha cominciato a parlare del parere dei medici, ma il conduttore Santoro ha trovato il modo di cambiare subito discorso, mentre sarebbe stato giusto, a nostro modo di vedere, dedicare maggiore spazio ai contrasti che vedono medici e biologi da una parte e politici dall’altra, aiutati da giornali e televisione. Nell’edizione di Firenze de La Repubblica del 25 febbraio scorso è riportato l’articolo sull’apertura della causa civile per diffamazione, intentato dalla dottoressa Patrizia Gentilini nei confronti di Matteo Renzi.
Nel corso di una precedente trasmissione televisiva su questo tema, durante la quale è avvenuto il fatto che riguarda Renzi e Gentilini, è emerso tutto il livore dei politici, che, pur di difendere l’attuale gestione del problema rifiuti, poco si curano del notevole incremento di malattie, che potrebbero essere correlate con l’inquinamento ambientale: ci preoccupa, in particolare, il drammatico aumento (del 2% annuo, quindi più del 20% in 10 anni!) dei tumori infantili. La Gentilini ha lavorato nel campo dell’oncologia pubblica per circa 30 anni, a stretto contatto con i malati e i loro familiari, dimostrando una professionalità e una umanità indiscutibili. In ottemperanza all’art. 5 del Codice deontologico dell’Ordine dei medici, cui appartiene e di cui è referente per l’ambiente per l’Ordine di Forlì-Cesena, è da sempre impegnata per la Prevenzione primaria, che trova nella difesa dell’ambiente il punto cruciale della tutela della salute pubblica. Come oncologa, ha rivolto particolare attenzione all’incremento della patologia neoplastica, anche in ragione del fatto che la letteratura specialistica internazionale ha documentato negli ultimi anni un preoccupante incremento di quasi tutte le neoplasie, soprattutto nelle giovani età e nel sesso femminile.
Esistono dati allarmanti che riguardano non solo l’Italia, ma anche la Francia e l’Inghilterra, che dimostrano l’alta incidenza tumorale nelle aree intensamente industrializzate e in particolare anche in quelle prossime ad inceneritori. Su problemi tanto delicati, che riguardano la salute pubblica e l’avvenire di tutti i cittadini e dei nostri figli, si dovrebbe dimostrare sempre e dovunque la stessa attenzione da parte di tutti.

P ur riconoscendo che si possano avere pareri differenti sulle soluzioni da adottare, sarebbe opportuno che chiunque riveste ruoli istituzionali, prima di affrontare simili argomenti, si documentasse e imparasse a discuterne, specie in sedi pubbliche, con educazione, moderazione e senso di responsabilità, senza atteggiamenti arroganti che sembrano voler coprire gravi carenze culturali.
Vogliamo invitare tutte le persone per bene, la classe politica e i giornalisti a ricordare le accorate parole del compianto professor Renzo Tomatis, uno dei maggiori oncologi e ricercatori europei, direttore per oltre un decennio dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione (Iarc) e autore di numerosi saggi, il quale, a proposito della prassi irresponsabile di bruciare i rifiuti, ha dichiarato pubblicamente: «Le generazioni future non ce lo perdoneranno».
Tramite la redazione di MC rivolgiamo un invito a riflettere su questo preoccupante problema non solo ai suoi lettori, ma soprattutto ai politici e agli amministratori del nostro territorio, sempre più devastato da uno sviluppo vorace e inquinante. Crediamo utile porgere questo appello soprattutto a chi ricopre o si candida al ruolo di primo cittadino di una città, ricordandogli che tra i doveri specifici di un sindaco dovrebbe esserci quello di tutelare la salute dei propri concittadini, oltre a quello di ascoltarli sempre con attenzione e rispetto.
Ringraziamo e porgiamo distinti saluti.
Roberto Topino
Rosanna Novara

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