DOSSIER GIOVANI”C’era una volta una velina…”

Se la televisione modella la vita

«Che incontrò un “tronista” e insieme vissero felici e contenti per tutta la vita in uno studio televisivo».

Costantinopoli e i 10 comandamenti. Iniziando così, siamo quasi certi di aver spaccato i lettori in almeno due categorie: quelli che cercano il refuso e quelli che si aspettano la continuazione della frase. La verità è che il fenomeno Costantino è tale proprio perché questo individuo è largamente sconosciuto a gran parte dell’italica penisola. Pur tuttavia, e vi invitiamo a provare, andate nella camera dei ragazzi e chiedete loro se conoscono Costantino. Diamo per certo che la risposta sia affermativa. Sorge una prima domanda: come fa un fenomeno giovanile ad essere così sconosciuto alla generazione dei genitori?
Costantino Vitagliano è un fenomeno mediatico nato nella trasmissione pomeridiana di Maria De Filippi Uomini e Donne. Il nostro eroe belloccio era chiamato all’arduo compito di scegliere, tra un’orda di petulanti «spasimanti», la fidanzata. Tale posizione è stata giornalisticamente chiamata «tronista». Il nostro uomo è stato poi costantemente ospitato nel contenitore televisivo settimanale Buona Domenica accanto alla sua prescelta, tale Alessandra.
Fino a questo punto la nostra storia non assume i caratteri epici di un Odissea e probabilmente non li raggiungerà mai, però aggiungiamo un altro aspetto che ci sembra rilevante. Con l’ospitata domenicale di Costantino il programma della coppia De Filippi-Costanzo ha prima raggiunto, poi superato l’odiata rivale della televisione pubblica, accaparrandosi preziosi contratti pubblicitari in una fascia oraria importantissima.
In definitiva: Costantino Vitagliano fa vendere. Lo sapranno bene quei malcapitati genitori i quali si trovano ad esaudire le richieste del/la figlio/a nell’acquisto di uno, o più, capi d’abbigliamento, figurine, pacchetti di patatine, giornalini griffati Costantino
Il fenomeno non è recente. Data ormai qualche anno e presuppone un cambiamento sociale che ha come protagonista la nostra televisione. Il panorama mediatico è lentamente cambiato sino ad assumere i connotati che adesso lo caratterizzano.

UNA TV DI LITIGATE, SFURIATE, TRADIMENTI

L’interprete e la guida di questa modifica viene generalmente personalizzata nella figura di Maria De Filippi. Cosa avrebbe fatto costei?
Lei (i suoi autori, in realtà) ha cavalcato l’onda del «normale». I suoi programmi sono stati dei prodromi ai reality portando in scena le litigate della famiglia, le sfuriate fra coppie, i tradimenti fra amici e così via. L’ordinario in luogo dello straordinario.
Chi è dunque Costantino? Un normale ragazzo, si direbbe, perfino un po’ maleducato, poco istruito, molto presuntuoso che va a parlare in televisione delle sue feste in discoteca e del suo «ordinario».
Il motivo per il quale costui non è molto conosciuto potrebbe essere proprio questo. È un bel ragazzo che non sa fare nulla di particolare. Non è uno Schumacher e non è un Biagi. Non è una Marie Curie o un Baard. È un giovane vicino alla trentina che fa cose normalissime.
Sarà questa la sua forza? È evidente che qualcosa lo deve pur saper fare se i genitori sono costretti a comprare ai propri figli dei pantaloni simili ai suoi, delle magliette come le sue, le scarpe così etc. etc.
La sua forza sta, probabilmente nella sua enorme fortuna. Quale fortuna potrà avere uno che non sa distinguere tra un congiuntivo ed una congiuntivite?
Probabilmente Costantino è solo un simbolo di una televisione che propone modelli comportamentali meravigliosamente «a tono» con quella smania del consumo che pervade la nostra società.
In effetti Costantino qualcosa di eccezionale lo fa: compra. Costantino compra tanto, compra tutto, lo fa e non si chiede mai se ne ha realmente bisogno, compra «perché gli va».
È forse questa la tragica ed ineludibile verità. Costantino furoreggia tra i ragazzi solo perché è la personificazione del primo comandamento del nuovo vangelo economico: «Compra al tuo prossimo come vorresti che il tuo prossimo comprasse a te». Qualche tempo fa un libro di un ex pubblicitario, Frederic Beigbeder, iniziava così: «Noi non vogliamo che la gente sia felice, perché la gente felice non consuma». Costantino è questo. Noi non sappiamo se egli sia felice o meno, ovviamente gli auguriamo le migliori fortune, tuttavia la sua condizione psicologica è pericolosamente aggrappata al desiderio. Egli è, senza dubbio, il desiderio di molte teenager, ma per essere un desiderio deve desiderare. Deve desiderare di essere sempre il più trendy, il più alla moda, il più bello, il più in forma. Necessita, dunque, della dea «Azienda che vende», la quale, baciandolo come proprio alfiere ed emissario in terra, in una sorta di abbraccio mortale, lo costringe anche a fare e dire tutto quello che vuole lei: comprare, comprare, comprare.

LA STRADA PER DIVENTARE IDOLI

Se queste sono le condizioni, quale può essere allora il meccanismo che porta Costantino ad essere l’idolo dei nostri giovani?
Il fatto è che il nostro uomo è «uno che ce l’ha fatta». Possiede ciò che tutti vogliamo. In questo abbraccio mortale con la divinità, in questa versione modea del patto col diavolo, la sua figura rappresenta l’immagine di colui che è accettato. Sappiamo tutti quale sia, nell’ambito adolescenziale, ma non solo, l’importanza del gruppo dei pari. I coetanei sono il tramite attraverso il quale il bimbo si stacca dal nido genitoriale per spiccare il volo verso la realtà sociale. Ecco che diviene fondamentale, per un giovane, che questo piccolo balzo sia quanto meno traumatico e quanto più facile possibile. Costantino rappresenta questa facilità: fai come lui ed i tuoi amici ti accetteranno; fai come lui ed il gruppo penderà dalle tue labbra; fai come lui e ce la farai anche tu.
In questa finzione psicanalitica, il modello comportamentale, che qui potremmo definire «defilippino» è quello che insegna ai nostri giovani che da soli non ce la potranno mai fare. Hanno bisogno dell’ «aiutino». L’aiutino, allora, ce lo fornisce bello e buono il mondo dell’entertainment. Compra i cd di Eminem e vestiti come lui. Pensa e agisci come lui ed avrai anche tu la tua nicchia, il tuo nuovo nido, dal quale guardare con sicurezza al difficile domani.

LE NUOVE FAVOLE NELL’EPOCA DELLA TELEVISIONE

Il «defilippino» è il nuovo schema mentale con il quale si insegna ai giovani a leggere la realtà. Sono i nuovi occhiali che la televisione mette ai nostri ragazzi. Un po’ come, attraverso Cappuccetto Rosso, i nostri bisnonni insegnavano ai nostri nonni l’importanza dell’ubbidire, la nuova favola della velina insegna ai nostri figli che… non serve più studiare.
Sì perché, curando il tuo corpo incontrerai il provino magico che ti renderà velina e vivrai «in televisione felice e contenta per tutta la vita». Nella nuova pedagogia del «defilippino» la laurea è in «Velina» o in «Tronista». Il master è in «Look e accessori particolari».
Ecco che, con la banalità del «tutto facile», il Cepu della vita ci fa superare l’esame di pantaloni griffati. Ed allora, mi raccomando, non dimenticare anche gli altri comandamenti del «defilippino»: «Non avrai altro Dio all’infuori di Mc Donald’s», «Onora e festeggia il sabato sera», «Desidera tantissimo la donna velina».
E, quando si fanno i provini per un nuovo programma «defilippino», la fila scalciante ai cancelli è chilometrica. Spesso si dice che i giovani non credono più in nulla.
Non è vero. Purtroppo. •

Fabio Pugliese

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