Ipocrisia armata

Signor direttore,
la lettera del signor Fressoia è molto discutibile, specialmente quando afferma che la ricchezza economica favorisce la maturazione sociale e culturale. I soldi non hanno certo fatto maturare molto la nostra epoca. Parecchi – è vero – posseggono un buon conto in banca. Ma è «maturazione sociale e culturale»?
Quanto al terzo mondo, non facciamo gli ipocriti! In Africa impazzano dittatori rozzi e armati fino ai denti. Ma chi vende loro armi e non pasta? Sono anche personaggi di fabbriche italiane, eleganti, pacati, persino con parole da «vangelo». E qui mi incavolo, perché se vogliamo eliminare le guerre, dobbiamo prima smettere di costruire armi. Invece, nel mercato libero della globalizzazione…
La verità è che i dittatori dell’Africa o dei Balcani stanno al gioco di altri dittatori: dittatori veri, che il signor Fressoia tende ad esaltare. Gli Stati Uniti e l’Europa ne sono pieni.
L’Africa vanta un sottosuolo ricchissimo, eppure annaspa fra mille problemi. Allora non sempre la ricchezza fa ricchezza. Un problema di fondo è pure il clima. Non per niente, in genere, i paesi più industrializzati godono di buone condizioni climatiche. Se l’Europa avesse il clima del Sudan, non ci sarebbero Agnelli e Berlusconi che tengano. E, dinanzi a siccità e uragani, la nostra fatica quotidiana conterebbe zero.
Alessandro B.
Modena

Nel 2000 l’Italia ha esportato armamenti per 1.658 miliardi di lire. Fra le armi non scordi quelle leggere. Uccidono una persona ogni due minuti: 300 mila vittime all’anno. Nel 1999 è stato di 600 miliardi il nostro profitto delle armi leggere. La legge 185 del 1990 impone restrizioni, ma… l’Italia è terza al mondo.

Alessandro B.

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