Il Niger adotta un nuovo inno nazionale, per smarcarsi dal passato coloniale

Tramonto sul fiume Niger a Niamey, capitale del Niger. Foto Marco Bello
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Marco Bello

Il 22 giugno scorso, l’Assemblea Nazionale (Parlamento) del Niger ha votato il nuovo inno nazionale, che sostituisce «La Nigérienne» (La nigerina), scritto dal francese Maurice Albert Thiriet nel 1961. Il paese saheliano, indipendente dal 1960, ha finalmente un inno nazionale scritto da musicisti nigerini.

Il nuovo inno, dal titolo «L’onore della patria», «descrive le ragioni che fanno l’unità del nostro popolo, la comunità di destini e di ideali di condivisione, perché noi vogliamo ritrovare, creare un nuovo Niger», racconta Amadou Mailallé, presidente del comitato che ha redatto il nuovo inno.

Il contenuto parla anche della chiamata alla patria, alla cittadinanza e alla fraternità. Il cambiamento è stato fortemente voluto dagli studenti universitari. In effetti, «La nigérienne», era troppo segnato dal passato coloniale del paese.

Il Niger, 1,2 milioni di chilometri quadrati, di cui tre quarti di deserto, è uno dei paesi più poveri del mondo (con l’indice di sviluppo umano tra i più bassi sulla scala di 191 paesi). Allo stesso tempo, ha un tasso di fecondità medio tra i più alti, circa 6,8 figli a donna (in discesa dai 7,2 del 2021). è abitato da circa 23 milioni di persone di otto etnie principali.

Il Niger è uno dei maggiori produttori di uranio al mondo, e ha anche risorse petrolifere, attualmente sfruttate da una compagnia cinese.

Il Paese è oggi strategico, anche per l’Europa, perché il suo territorio è diventato, negli ultimi anni, un crocevia per i migranti da Africa occidentale e centrale verso la costa del Mediterraneo, attraverso Algeria, Tunisia e Libia.

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Il ponte Kennedy, sullo sfondo i palazzi amministrativi e hotel del centro di Niamey. Foto Marco Bello
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