Capitolo Generale IMC: Tornare alle radici della Missione

Fotostoria dal XIII Capitolo generale /1

Italia
Gigi Anataloni

Il 22 maggio 2017 si sono ritrovati a Roma 45 missionari della Consolata provenienti dai quattro angoli del mondo. Ventidue africani, 15 europei e 8 latino americani, in rappresentanza di 231 comunità missionarie in 27 paesi diversi (foto 1).

Sono stati insieme per quattro settimane, fino al 20 giugno, festa di Maria Ss. Consolata, per il XIII capitolo generale. Il capitolo avviene ogni sei anni ed è l’autorità suprema di un istituto religioso, in esso si tracciano le linee guida e viene eletto il nuovo «governo», il superiore generale e i suoi consiglieri.

Questo capitolo ordinario aveva come tema guida «Il nostro futuro come discepoli missionari della Consolata», come modelli di riferimento gli apostoli Paolo e Barnaba, e come obiettivo quello di rivitalizzare e ristrutturare l’istituto per mantenerlo fedele al suo carisma originale, quello della «Missione ad gentes».

Primo giorno

Nella cerimonia di apertura (foto 2) il padre generale, Stefano Camerlengo, ha ricordato che «con questo capitolo vogliamo entusiasmare tutto l’istituto per la missione che il Signore ci ha affidato e per la quale il Fondatore ha formato i primi missionari. Siamo consacrati per la missione – ha ribadito -. Il cuore di questo capitolo e di tutta la nostra vita è la missione, come diceva il beato Giuseppe Allamano, che ripeteva sempre la parole di s. Paolo, “tutto faccio per il Vangelo”».

Invocato lo Spirito Santo e adempiute le formalità di rito (giuramento di riservatezza, conferma dei moderatori e segretari, approvazione del regolamento, divisione degli incarichi e dei servizi – anche quello di lavare i piatti), il capitolo è iniziato (foto 3).

Cerimonia di apertura del 13mo capitolo generale dei Missionari della Consolata
Momento conviviale a cena con il cardinal Pietro Parolin, segretario di stato del Vaticano

Il primo giorno si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinal Pietro Parolin, segretario di stato della Santa Sede (foto 4). Le sue parole sono andate dritte al cuore del capitolo: «Credo che il desiderio di ristrutturare il vostro istituto vada inteso non semplicemente come un lavoro di restyling, ma deve essere un modo autentico per portare la missione veramente ad gentes, alle persone». Nel caso non avessimo capito il concetto, ha ribadito che cambiare le strutture senza che le persone cambino dal di dentro sarebbe del tutto inutile. «Il missionario deve essere soprattutto un testimone e vivere come uno che si è lasciato fecondare e abitare dallo Spirito Santo».

Capitolari avvisati …

Preghiera, digiuno e comunità

Incontro del cardinal Luis antonio Tagle di Manila con il 13° capitolo generale IMC

La mattina del secondo giorno è passata in compagnia del cardinal Luis Antonio Tagle, di Manila, Filippine (foto 5). La sua riflessione, arricchita da molti episodi della sua vita, è stata centrata sugli apostoli Paolo e Barnaba, i nostri modelli di riferimento. Ci ha proposto quattro punti forza su cui lavorare per rivitalizzarci: preghiera, digiuno, comunità e organizzazione. In pratica ha detto ai capitolari che se davvero i missionari vogliono rinnovarsi devono essere come i cristiani della comunità di Antiochia che mandò Paolo e Barnaba: una comunità (non individui, ognuno per sé) che prega e digiuna, che è ancorata in Dio ed è povera, libera e leggera nei mezzi e, quindi, capace di dare un’anima all’organizzazione a servizio della missione.

Questi principi sono stati poi approfonditi in una due giorni con il capitolo generale delle suore missionarie della Consolata, con le quali ci siamo messi alla scuola di quella grande missionaria della misericordia di Dio che è stata la beata suor Irene Stefani (foto 6-8). Ma su questo ritornerò un’altra volta. La conclusione del convegno è stata nella basilica di Santa Maria del popolo (foto 7) dove c’è l’originale dell’icona della Consolata che si trova a Torino.

Giornata di condivisione con le Missionarie della Consolata e I Laici Missionari della Consolata

Gli ospiti

Cena con il cardinal Filoni, prefetto di Propaganda Fide

Durante il capitolo ci hanno poi visitato diversi «amici», anche se, ufficialmente, nostri superiori diretti. Il 1° giugno è venuto il cardinal Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide (foto 9), dalla quale, come missionari, dipendiamo. Partendo dalle risposte di Pietro a Gesù che gli domandava «mi ami?», ci ha ricordato che la vera rivitalizzazione parte dalla profondità della relazione con Gesù, cioè dall’amarlo veramente, da dire con la vita «sì, ti amo!». Se c’è questo ti amo, allora la risposta di Gesù è «coraggio», forza motivante del proprio essere missionari, sia come persone che come congregazione. «Solo se c’è una profonda relazione d’amore con Gesù si ha poi la forza e il coraggio di testimoniare fino al dono della vita, di fare passi nella direzione della Missione».

Con l’arcivescovo Rugambwa Protase di Propaganda Fide, Pontificia unione del Clero.

È venuto poi un altro nostro superiore diretto, l’arcivescovo Protasio Rugambwa, (foto 10) tanzaniano, presidente delle Pontificie Opere Missionarie. A conoscenza del nostro impegno di rivitalizzazione, ci ha detto che «le sfide non si possono affrontare solo con gli sforzi umani e l’azione di strategie pianificatrici, bisogna pregare e ascoltare lo Spirito Santo, che è il protagonista principale della missione».

Celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica

Il cardinal João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (foto 11), è arrivato verso sera da noi camminando nel grande caldo di quei giorni. «Voi usate due parole che fanno vedere il vostro desiderio di una nuova tappa: rivitalizzare e ristrutturare! Mamma mia: vita e struttura!». Un progetto che vuole far sì che l’istituto torni a essere quello per cui è stato fondato. Ma se non riscopriamo «l’Amore, ad immagine del quale siamo stati creati», tutto il nostro sforzo serve a niente. Per questo è importante «assumere lo stesso stile di Dio in Gesù: si è svuotato per amore. Per essere Amore, bisogna svuotarsi. Dio per trovarci si è svuotato! Per amore. Questo “per Amore” è tutto».

Celebrazione dell’eucarestia con il Cardinal Giuseppe Bertello

L’ultimo amico a visitarci (foto 12) è stato il cardinal Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ma per noi quasi un parente, perché cugino di uno dei nostri missionari, padre Giovanni, attraverso il quale ci ha conosciuti fin da ragazzo. Dimostrando un’ottima conoscenza del nostro Fondatore, che ha citato abbondantemente, ci ha richiamato con forza su due punti nevralgici: «La testimonianza della fraternità» e le nostre «radici mariane». «Voglio – scriveva l’Allamano – che ci sia una carità fiorita. Non potete amare il prossimo lontano, se fin da ora non avete carità verso quelli con i quali trattate tutti i giorni». «E non possiamo dimenticare che voi siete i Missionari della Consolata. Nel suo amore alla Madonna, il beato Allamano aveva capito che l’umanità ha bisogno di una evangelizzazione consolante, che faccia incontrare ovunque il Suo Figlio, che è la manifestazione del Padre di ogni consolazione. […] Questa sera – ha concluso – prego con voi perché siate sempre coscienti delle vostre radici mariane e siate sempre dei missionari entusiasti, grati al Signore per la vostra vocazione!».

Papa Francesco

Il 5 giugno siamo stati noi ospiti di papa Francesco, in un’udienza privata nella sala Clementina. Ci siamo andati con le nostre sorelle, le missionarie della Consolata (foto 13-14). Dopo l’incoraggiamento «a proseguire con generosa fedeltà nell’impegno di missione ad gentes», ci ha ricordato che «voi siete chiamati ad approfondire il vostro carisma, per proiettarvi con rinnovato slancio nell’opera dell’evangelizzazione, nella prospettiva delle urgenze pastorali e delle nuove povertà». «Non stancatevi di portare conforto a popolazioni che sono spesso segnate da grande povertà e da sofferenza acuta … Lasciatevi continuamente provocare dalle realtà concrete … Per portare avanti questa non facile missione, occorre vivere la comunione con Dio. […] È molto più importante renderci conto di quanto siamo amati da Dio, che non di quanto noi stessi lo amiamo! […] Sappiate anche raccogliere con gioia i continui stimoli al rinnovamento e all’impegno che provengono dal contatto reale col Signore Gesù, presente e operante nella missione attraverso lo Spirito Santo. Ciò vi consentirà di essere operosamente presenti nei nuovi areopaghi dell’evangelizzazione, privilegiando, anche se ciò dovesse comportare dei sacrifici, l’apertura verso situazioni che, con la loro realtà di particolare bisogno, si rivelano come emblematiche per il nostro tempo». «Sull’esempio del vostro beato Fondatore, non stancatevi di imprimere nuovo impulso all’animazione missionaria. Sarà soprattutto il vostro fervore apostolico a sostenere le comunità cristiane a voi affidate, in particolare quelle di recente fondazione. Nello sforzo di riqualificazione dello stile del servizio missionario, occorrerà privilegiare alcuni elementi significativi, quali la sensibilità all’inculturazione del Vangelo, lo spazio dato alla corresponsabilità degli operatori pastorali, la scelta di forme semplici e povere di presenza tra la gente.

Attenzione speciale meritano il dialogo con l’Islam, l’impegno per la promozione della dignità della donna e dei valori della famiglia, la sensibilità per i temi della giustizia e della pace».

Non ci potevano essere parole più dirette per incoraggiarci nel nostro cammino di rinnovata fedeltà alla nostra identità missionaria.

Il capitolo continua

Nella prossima puntata vi racconterò del cammino e delle scelte del capitolo. Qui vi anticipo la scelta più evidente: la nuova direzione generale. Le votazioni (foto 15) sono cominciate il 12 giugno.

Votazioni per l’elezione del superiore generale.

Lo stesso giorno è stato riconfermato padre Stefano Camerlengo come superiore generale (foto 16).

Elezione del superiore generale: rieletto padre Stefano Camerlengo.

Il giorno dopo sono stati eletti il vice e i consiglieri (foto 17 – da sinistra): i padri Jaime Patias (brasiliano), Godfrey Msumange (tanzaniano), – al centro, padre Stefano -, James Lengarin (vice superiore, keniano) e Antonio Rovelli (italiano).

la nuova direzione generale IMC eletat il 13 giugno 2017 festa di sant’Antonio da Padova/Lisbona

A elezioni concluse foto di gruppo con vista del cupolone (foto 18).

Gigi Anataloni
(1 – continua)

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