Fratel Cico e il suo camioncino

In Roraima tra siccità e piogge abondanti

Fratel Francesco Bruno detto Cico, classe 1946 da Pinerolo, è in Roraima da molti anni. Dalla missione di Camarà, ben a nord di Boa Vista verso i confini con la Guiana, ha mandato messaggi agli amici durante tutto il 2010. Ve ne presentiamo qui degli stralci che fotografano la vita missionaria dal vivo con straordinaria freschezza.

4 marzo 2010
Sono a Boa Vista da tre giorni per partecipare all’incontro di pastorale indigenista (con tutti i missionari che lavorano con gli indigeni) e oltre a star seduti tutto il giorno e sentire tante parole, non ci sono molte novità di rilievo.
Due sono i problemi preoccupanti. In primo luogo la siccità che perdura da parecchi mesi e certamente sarà la causa di fame in molti villaggi, visto persino molte piante da frutta molto resistenti alla siccità, sono morte. Se continua così ancora un mese, in molti villaggi non ci sarà nemmeno acqua per bere, altro che piantare e coltivare.
In secondo luogo c’è la campagna elettorale in pieno svolgimento (deputati, senatori) a livello statale e federale. Per facilitare la campagna elettorale non esiste nessun controllo su quelli che entrano nelle riserve indigene a caccia di voti o per altre finalità e con molte promesse, mentre continuano le pressioni, calunnie e controlli contro missionari e chiesa in genere.
Noi missionari, abbiamo esaminato e riflettuto circa il nostro lavoro di evangelizzazione con gli indigeni, e abbiamo deciso di fare un triennio di studio e formazione, sia tra di noi, sia con gli indigeni, anche per fare un piano in comune, tenendo presenti le differenze regionali, statali e federali (il Brasile è grande!), altrimenti si continua con iniziative locali e personali che finiscono quando cambia il missionario, e questo succede sovente, con relative perplessità e difficoltà per i catechisti e collaboratori e la gente in generale.
Intanto io continuo a visitare i villaggi e rimango di media due giorni per villaggio e piano, piano comincio a conoscere la geografia e la gente molto simpatica e cordiale, e cerco di ascoltare e poi rispondere alle loro molte richieste. Le strade non esistono, ma ci sono dei sentirneri praticabili e si può passare in qualsiasi posto (compresi pantani, laghi e torrenti) grazie alla siccità. Fino a quando non piove si va in giro, accompagnati da molta polvere e bel sole caldo. Potete immaginare il tipo di “strada” visto che per andare in un villaggio a circa 40 km, ho impiegato due ore con la moto da cross.
Sono pure stato in giro a visitare i laghi, i pochi che non si sono prosciugati, assieme a un tecnico per vedere le possibilità di allevare pesci e le prospettive sembrano buone. Il progetto serve sia per creare sicurezza alimentare, sia in un futuro ancor lontano, per avere fonti di sostentamento economico.
23 marzo 2010
Tanti Cordiali auguri di Buona Pasqua! Da ieri sono a Boa Vista per aggiustare il camioncino, fare commissioni e se va tutto bene, domani ritorno alla missione e soliti giri e visite nei villaggi. Non ci sono grandi novità, la siccità perdura, ma in qualche parte di Roraima comincia a piovere e speriamo che almeno per Pasqua piova, altrimenti saranno guai seri per la popolazione.
12 aprile 2010
Finalmente è caduta la pioggia, due volte per un ora e la speranza per la gente che abita quella regione, è ritornata. Gli agricoltori però devono aspettare qualche giorno per seminare o piantare, altrimenti gli insetti vari che nascono con la pioggia, mangiano tutte le pianticelle appena nate e si moltiplicano, mentre se nascono e non trovano niente da mangiare, non si sviluppano a milioni.
2 Maggio 2010
La siccità è finita e in cambio adesso abbiamo acqua e pantani nella strada e i viaggi sono diventati più difficili e per alcuni villaggi impossibili. Piove quasi tutti i giorni. Tutto è verde, eccetto le macchie rosso-marrone delle piante morte per la siccità.
Il camioncino continua a darmi problemi, ho dovuto cambiare il filo dell’acceleratore e sbloccare i cilindretti dei freni, che erano arrugginiti. Intanto ho fatto circa 2.000 km in un mese, per visitare i villaggi e per organizzare l’allevamento pesci.
Nella missione manca spesso l’acqua (per fortuna piove e abbiamo acqua piovana) e sono pure stato dove c’è la presa d’acqua in due sorgenti diverse e ci vuole circa un ora di cammino in dura salita tra buchi e enormi sassi. Ho pulito dalla sabbia e foglie i piccoli bacini delle prese e messo una protezione, ma l’acqua non è arrivata. Il motivo è che i tubi, mal connessi, non sopportano il peso e si rompono o staccano. Non ho misurato bene, ma penso che siano almeno 10 km di tubi di cui almeno 2 km scoperti e bruciacchiati dal fuoco, e per risolvere il problema si dovrà sostituirli con quelli di ferro, resistenti alla pressione e al fuoco.
Per l’allevamento pesci, abbiamo già messo due gabbie speciali per mettere un migliaio di pesci di qualità in ciascuna, e ne stiamo preparando altre tre, delle cinque che abbiamo trovato abbandonate e praticamente ricuperato con poche spese. La prossima settimana un tecnico che ha promesso i pesci gratis, li porterà nel lago, e i pesci rimarranno nelle gabbie fino a raggiungere una dimensione tale da potersi difendere dai predatori.
Ho partecipato ai “festeggiamenti e commemorazioni” per la liberazione della terra indigena, nel villaggio di Camarà, dove molti testimoni hanno raccontato le violenze subite e i vari passi per raggiungere il riconoscimento, da parte del governo e degli invasori, che la terra di questa regione era ed è degli abitanti indigeni da sempre.
18 maggio 2010
Sono appena arrivato a Boa Vista dalla missione, e sinceramente in vari momenti del viaggio, pensavo di non arrivare oggi a causa dei ponti rotti, allagamenti, traghetto precario e pantani vari. Con le piogge i disagi per i viaggi aumentano ogni giorno, ma nonostante questo, sono stato in 4 villaggi dove la gente ha partecipato attivamente alle riunioni e funzioni.
Nelle riunioni si è parlato dei problemi locali ed eventuali soluzioni, specialmente in campo religioso, sociale e anche economico. In campo politico si deve avere molta pazienza, perché la gente, stanca degli inganni dai vari politicanti di tuo, è allergica parlare di politica, anche di quella vera che riguarda il bene comune.
Acqua, energia elettrica e strade sono praticamente inesistenti, e poi occorre pensare e stimolare la gente ad allevare animali e bestiame e anche prodotti agricoli, visto che caccia e pesca sono due attività millenari in estinzione, ma la grande difficoltà e passare da cacciatori pescatori, a coltivatori e allevatori.
Non ci sono telefoni, TV, giornali e cose simili, ma io non ne sento la mancanza, e anche il vitto non è molto vario (riso, fagioli, carne o pesce) quando c’è e quando non c’è va bene lo stesso, cosi non ci sono problemi di cure dimagranti.
4 giugno 2010
Sono stato in Lethem, Guiana per un incontro tra missionari, catechisti e tre vescovi delle tre diocesi che confinano tra Venezuela, Brasile e Guiana. Circa 50 persone per tentare di fare un lavoro di evangelizzazione insieme.
Inutile dire che ha piovuto tutto il tempo, e forte.
18 giugno 2010
Sono appena arrivato (a Boa Vista, da dove posso collegrami all’internet) dopo un viaggio “allucinante” di 250 km con pioggia, pantani, allagamenti, torrenti in piena, ponti pericolanti, crateri e buche di varie dimensioni. Il fatto è che lunedì 14 ho tentato di passare su quello che restava di un ponte e sono rimasto bloccato e in bilico con una ruota sul vuoto. Ho faticato tutta la mattina per uscire, ma ce l’ho fatta solo grazie all’aiuto di p. Carlos (Alarcon che con p. Samuel Wachira e fratel Cico formano gruppo missionario di Camarà) che col suo camioncino ha letteralmente trascinato fuori il mio. Se cadeva nell’acqua potevo dire addio al mio vecchio e utile camioncino. Sono comunqeu riuscito a ripartire nel pomeriggio.
Chi mi ha visto appena arrivato, ha detto che ero sconvolto, stravolto e sfigurato. La tecnica impiegata per superare i pantani è questa: prima di passare con l’automezzo, scendo e, a piedi nudi, attraverso il pantano per sentire se il fondo è solido e se ci sono buchi o solchi profondi, e poi se è possibile passo, altrimenti cerco un’alternativa… che non sempre esiste. Purtroppo dalla strada principale (quella descritta prima) alla missione sono 19 km e ogni giorno aumentano i buchi e solchi, lasciati da altri mezzi pesanti, e lunedì mattina ho impiegato tutto il mattino nei vari sondaggi coi piedi, per percorrere i 19 km.
É pure caduto un tirante dello sterzo, ma per fortuna in un tratto di sabbia compatta e non in un pantano, così ho potuto rimettere il pezzo avariato in posizione (provvisoria) senza fare un bagno nella melma. Si è pure rotto un pezzo del motorino di avviamento (uno di quelli fissi che non dovrebbe mai rompersi) ed è già la terza volta di quest’anno che riparo il motorino di avviamento, sempre per motivi e guasti diversi.
Nonostante questo, il lavoro continua, ho visitato tre villaggi, per la preparazione al battesimo e alla prima comunione. Il metodo, oltre che parlare, richiede l’impiego di canti, dinamiche e giochi di prestigio, celebrazioni e, alla sera, proiezioni di filmati sulla Bibbia più cartoni animati.
29 agosto 2010
Le cose che abbondano in questi ultimi 5 mesi sono: pioggia, zanzare e moscerini vari, giorno e notte. Sto per perdere la pazienza per causa dei tre motivi di cui sopra e anche per la strada impraticabile. La gente semplice, forse abituata a questo, è sempre sorridente, e francamente l’ ammiro molto. Inutile dire che aspetto con ansia che smetta un po’ di piovere e che le strade siano meno popolate da pantani e acquitrini, e che si possa transitare senza traumi…
Anche i canditati (siamo in piena campagna elettorale) tentano di passare e visitare i villaggi in cerca di voti (anche se sarebbe proibito per loro entrare in aree indigene), ma nessuno, e dico nessuno, si muove per aggiustare la strada. Io sono l’unica eccezione: quando vedo pietroni e pietre, li carico sul camioncino e li scarico nei buchi della strada. sono solo gocce in un oceano e mi ci vorrebbe una pala meccanica e un camion ribaltabile… altro cha a mano. Abbiamo cancellato vari incontri e visite a causa della pioggia e della strada intransitabile.
Una buona notizia è che il gruppo di amici del Co.Ro. di Torino (Coordinamento Roraima), ha approvato e finanziato tre progetti per questa regione, uno è la sostituzione dei tubi dell’acquedotto del villaggio di Camarà e due per allevamento pesci e bestiame gestito dai catechisti della regione.
24 settembre 2010
Sono stato alcuni giorni alla sede della missione, dopo quasi due mesi passati altrove, per causa della strada intransitabile. Ho fatto circa 300 km per evitare pantani, torrenti e ponti pericolanti, ma sono arrivato. È inutile dire che il cortile era invaso dalle erbacce e foglie. Ho fatto un po’ di pulizia. Ho dovuto riparare il tosaerba e il generatore di corrente elettrica, e anche il piccolo mulino del villaggio, che non funzionavano bene e ci faceva tribolare.
Nel villaggio di Camarà, ho visitato la scuola, con relativi giochi di prestigio e animazione vocazionale, e abbiamo anche celebrato con la comunità e pregato. Soltanto l’ultimo giorno della permanenza nel villaggio è arrivata un po’ d’acqua dai rubinetti, ma io avevo messo tutti i recipienti che avevo sotto le grondaie, e siccome piove ancora molto, ne ho avuto a sufficienza per il bagno, per bere e fare il bucato.
Abbiamo già contrattato un camion per portare i tubi di ferro per l’acquedotto di Camarà e anche quelli di cemento per fare il pozzo a san Pedro, e l’autista mi ha assicurato che li porterà in ottobre se la strada sarà praticabile…
L’ allevamento pesci funziona bene, anche se ci si arriva al lago solo a piedi o a cavallo. Appena possibile, metteremo pesci nel secondo lago; intanto nel primo lago i pesci crescono bene. Alcuni catechisti passano giorni sul posto, per aiutare a mettere il mangime che purtroppo dobbiamo comprare, perché il raccolto cereali è in ritardo a causa pioggia eccessiva.
Sono stato in un villaggio, per dei battesimi con padre Carlos. Nello stesso villaggio ho pure aiutato a fare il recinto per un allevamento di pecore.
Ancora una notizia triste. È morto a causa di un fulmine, il figlio del cornordinatore dei catechisti. Il giovane era in visita da suo fratello, che abita in un altro villaggio. Ho ho saputo la notizia della disgrazia solo due giorni dopo, e pensare che ero passato là appena un’ora prima.
Nel villaggio di Sete Estrelas un temporale ha distrutto completamente la cappella, e della scuola è rimasto solo il tetto pericolate.
La strada più breve per raggiungere la missione, per quel che ho potuto osservare, è quasi praticabile e il livello medio dell’acqua è sceso di circa 40 centimetri, per cui dove prima erano 50 centimetri adesso sono solo 10. Nelle regione pianeggiante alcuni lunghi tratti sono ancora impraticabili, invasi da oltre un metro di acqua, e se ci sono, si prendono scorciatornie e o alternative, oppure si aspetta il tempo necessario per il defluire dell’acqua, con molta pazienza.
Intanto fino al 3 ottobre, continua la campagna elettorale, e poi ci vorrà magari fino a dicembre per i vari leaderes indigeni rimettersi dalle illusioni e risultati elettorali negativi, e tutto il resto passa in secondo piano.
31 ottobre 2010
Ottobre, mese missionario, l’ho trascorso quasi sempre in giro nei villaggi, per varie feste patronali, battesimi, un incontro di catechisti e per altri impegni vari. Tra questi c’è stata anche un assemblea diocesana per studiare il tema della campagna della frateità del 2011 sul tema: «Frateità e la vita nel pianeta Terra», più un incontro con i missionari che lavorano nelle comunità indigene. In alcune di queste attività, mi hanno aiutato padre Carlos Eduardo e Suor Alda Raffaella.
Si può anche affermare che gli ultimi sei mesi sono stati caratterizzati da piogge abbondanti, e ancora più abbondante propaganda elettorale, con relativa delusione visto che nessun candidato indigeno o dei poveri è stato eletto, solo i più grandi nemici degli indigeni. Oggi termina il secondo tuo di votazione, per il presidente della repubblica e per i governatori, che non hanno raggiunto la maggioranza il primo tuo al tre ottobre. La gente semplice, distratta dalle promesse elettorali e da comizi di tutti i tipi, anche nelle comunità indigene, dimentica letteralmente i suoi diritti e i suoi doveri e anche di coltivare e allevare.
Ho passato molti momenti felici con persone semplici, che raccontano tante cose interessanti della loro vita, tradizioni e modo di vedere il mondo e anche storie di popoli estinti ma che alcuni di loro hanno conosciuto.
21 novembre 2010
Si può davvero dire che quest’anno è stato caratterizzato e condizionato da due elementi: primo, la pioggia che continua ad ostacolare viaggi e programmi, e, secondo, la campagna elettorale con tantissime feste e riunioni organizzate dai candidati e loro leccapiedi per guadagnare voti. Un anno disastroso per gli indigeni. Nessuno dei  loro candidati ha ottenuto voti sufficienti per essere eletto, così per altri quattro anni si continuerà con la stessa musica. La sola cosa positiva è stata l’elezione della nuova Presidente, che ha vinto nonostante tutte le campagne di calunnie contro di lei, organizzate dai potenti che vorrebbero ritornare al governo e affossare il processo democratico in corso nel Brasile. Gli indigeni sono delusi, smarriti, confusi e divisi a causa del processo elettorale estremamente violento, disonesto e corrotto.
Per noi missionari, non è facile mantenere una posizione serena e aiutarli a disceere le cose veramente utili e importanti per la loro vita e per le loro comunità. Ci sono anche motivi di speranza, molti catechisti e alcuni leaderes sono veramente impegnati e vale la pena aiutarli e sostenerli nella loro difficile missione.
Adesso vi descrivo alcuni giorni, per avere un idea di come le cose «vanno e non vanno» da queste parti.
Lunedì 8/11 viaggio verso la missione di Camarà, in compagnia di suor Alda Raffaella, su una strada molto difficile, data la forte pioggia del sabato precedente. Il traghetto è guasto ma con l’ultimo viaggio prima di essere riparato, ci trasporta alla sponda opposta e continuiamo il viaggio.
Martedì prendo la moto e vado in un villaggio a circa 20 km per confermare che ci sarà un assemblea di catechisti e leaderes. è il solito viaggio tra pietre, sabbia, melma e acquitrini. Al pomeriggio passo in un altro villaggio per riparare il generatore di corrente che non funziona, e al primo bullone mi scappa la chiave e buco carne e unghia del pollice.
Mercoledì riparto con la moto e, dopo circa 20 km, mentre viaggio spensierato in quinta marcia per un sentirnero battuto da biciclette, prendo una buca, sbando e faccio un bel ruzzolone e, per fortuna, cado sullo zainetto pieno di chiavi e attrezzi e mi rompo una costola. Non vi dico la fatica per rialzare la moto e riprendere il viaggio. La sera, dopo 12 ore di viaggio e 180 km, sono di ritorno alla missione avendo consegnato l’invito ai catechisti e leaderes di oltre metà dei villaggi della regione invitandoli all’assemblea mensile che si terrà nel villaggio di san Francesco. Giovedì pomeriggio, col camioncino carico del materiale necessario per l’incontro, continuo il giro per consegnare gli inviti negli altri villaggi, sempre cambiando marcia e guidando con la mano sinistra, visto che il braccio destro è quasi inutilizzabile. A notte decido di dormire in un villaggio e riprendere il viaggio l’indomani. Verso mezzanotte inizia a piovere, cosi nel viaggio di ritorno alla missione, 80 km, tutto sotto la pioggia e nella melma, impiego due ore solo per fare gli ultimi 15 km completamente allagati.
Sabato preghiera con la comunità di Camarà per festeggiare la SS. Consolata e le suore della Consolata che compiono 100 anni dalla loro fondazione. Dopo pranzo il sonnellino è interrotto bruscamente da una chiamata urgente: il camion che sta portando i tubi per l’acquedotto di Camarà è rimasto impantanato. Non vi dico la tortura del viaggio con la mia costola incrinata. Risultato: i tubi sono sul posto e adesso occorre aspettare che la comunità di Camarà trovi il tempo per collocarli al loro posto, hanno molti lavori in programma e anch’io non ho molto tempo disponibile per questo lavoro. Penso proprio che fino al prossimo anno dovremo continuare a fare il bagno con un mezzo secchio d’acqua.
Domenica 14/11 andiamo in un altro villaggio per pregare e esporre il quadro della Consolata, e al pomeriggio riporto la suora Alda a casa sua in Normandia (quasi al confine con la Guiana).
Lunedì riparto alle 6,30 e passo con il camioncino a raccogliere i catechisti e leaderes nei punti prestabiliti. Rientro alle sei di sera, molti non si sono presentati con scuse varie, ma poi sono arrivati con altri mezzi di fortuna…
Martedì, il cornordinatore dei catechisti da inizio all’assemblea tra preghiere, canti e procede intensa  con relazioni di tutti i presenti, esame della campagna elettorale e discussioni varie sul cosa fare e come fare per il 2011. Tra il resto hanno confermato l’impegno per l’allevamento del bestiame e dei pesci, e anche ad aumentare le loro piantagioni e continuare gli incontri di studio e formazione e visite nei villaggi.
Mercoledì sera, dopo aver riportato alcuni catechisti ai loro villaggi, non riesco a dormire a causa di fitte dolorose al mio pollice che, dopo 10 giorni dalla ferita, ha fatto infezione. Così al mattino di giovedì, invece di ritornare alla missione, vado a Boa Vista per curarlo. Il venerdì passa tra commissioni varie, anche l’acquisto di una canoa per il progetto di allevamento dei pesci, e la riparazione del motorino di avviamento del camioncino. La sera, quando faccio un controllo per vedere se la spia dell’olio funziona, il motore si blocca. Oggi sabato, invece di partire, ho smontato il motore e trovato il difetto nella pompa dell’olio che devo sostituire assieme alle bronzine. Molto lavoro, ma danno limitato! Penso che martedì il camioncino sarà di nuovo in condizioni di affrontare viaggi lunghi in giro per i villaggi.
Le richieste sono tante e se non succedono altre cose storte, sarò in giro tutto il mese di dicembre e festeggerò il Natale in un villaggio tra la gente semplice e simpatica.

Francesco Bruno

Francesco Bruno

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