Il capitalismo della sorveglianza

Rita Vittori

L’era digitale è piena di minacce di cui non siamo consapevoli. La raccolta e l’uso di informazioni di ogni tipo che ci riguardano è pervasiva. La possibilità di trovarci come singoli e società in uno stato di dipendenza e intontimento è concreta. Il capitalismo digitale è segnato dalla sorveglianza. È bene saperlo.

«Il capitalismo della sorveglianza» di Shoshana Zuboff, professoressa della Harvard business school dal 1981, è il frutto di anni di ricerca.

Mostra come l’era che stiamo vivendo, caratterizzata da uno sviluppo velocissimo della tecnologia digitale, sia piena di minacce di cui non siamo consapevoli.

Nel capitalismo della sorveglianza, infatti, c’è chi si appropria, per gli scopi più diversi, dei dati relativi ai nostri comportamenti, sia quando siamo online che quando siamo offline.

Ogni nostra e-mail, ogni nostra interazione, ogni nostra emozione, è venduta, controllata, manipolata.

Se molti dei dati che ci riguardano vengono usati per migliorare prodotti o servizi, molti altri diventano quelli che Zuboff chiama «surplus comportamentale privato»: dati che vengono utilizzati per capire come ci comporteremo nel futuro e, di conseguenza, per persuaderci ad assumere comportamenti che generano maggiore profitto per alcuni grandi gruppi finanziari.

I prodotti e i servizi del capitalismo della sorveglianza diventano allora trappole che attirano gli utenti in operazioni nelle quali le loro esperienze personali vengono catturate e usate per scopi di altre persone.

Pensiamo a quanto internet sia saturo di pubblicità «personalizzata». Messaggi continui che producono sia dipendenza che intontimento psichico. Segno di quanto siamo tracciati, analizzati, sfruttati, e del rischio di essere modificati nei nostri gusti, scelte, persino nel nostro orientamento politico.

L’occulto condizionamento delle scelte individuali

I dati che più interessano al sistema del potere digitale sono quelli che provengono dai comportamenti quotidiani, quelli che possono essere riorientati a favore di obiettivi non nostri, gli scopi economici dei capitalisti della sorveglianza.

I nuovi protocolli automatizzati sono progettati per influenzare e modificare il comportamento umano.

Anziché usare eserciti e armi, il sistema del capitalismo della sorveglianza impone il proprio potere tramite l’automazione e un’architettura sempre più presente, fatta di dispositivi, oggetti e spazi smart interconnessi.

Google ha avuto un ruolo importantissimo in questa direzione, perché ha finanziato ricerca e sviluppo ponendosi all’avanguardia.

Ogni individuo è sorvegliato: ciascuno diventa plusvalore.

Il libro di Shoshana Zuboff è molto ricco di informazioni su come i dati vengono acquisiti e usati, ovviamente all’insaputa del consumatore.

Nel testo è presente un’approfondita analisi storica, giuridica ed economica di questo nuovo capitalismo fondato sulle tecnologie digitali. È presente poi la descrizione della nuova forma di potere antidemocratico basato sull’occulto condizionamento delle scelte individuali.

L’utopia della Silicon Valley, per Zuboff, nasconde proprio un disegno politico antidemocratico, la cui spia è la fortissima partecipazione dell’oligarchia economica statunitense alla politica, come dimostra il governo Trump.

Non è magia, ma sorveglianza

«Il capitalismo della sorveglianza», pubblicato per la prima volta in Italia dalla Luiss University Press nel 2019 e riedito nel 2023, è un libro a tratti inquietante, ma che apre gli occhi su un aspetto poco indagato della nostra società liquida, e che ci interpella sui nostri comportamenti, anche quelli apparentemente più banali come mettere un like o accettare i cookie.

Ci fa capire come mai, nelle nostre ricerche su Google, troviamo subito i siti degli argomenti di cui stavamo discutendo.

Non è magia, ma sorveglianza.

Rita Vittori
Centro studi Sereno Regis

Piccola bibliografia

Cory Doctorow, Come distruggere il capitalismo della sorveglianza, Mimesis, Milano 2024, pp. 156, 16,00 €.

Cory Doctorow è giornalista, romanziere, attivista e noto blogger. Sostiene che l’unica possibilità rimasta per rispondere al capitalismo della sorveglianza è quella di distruggere i monopoli che attualmente costituiscono il web commerciale così come lo conosciamo. In modo da tornare a un web aperto e libero, in cui la raccolta dei dati non sia un principio fondante.

Pedro Baños, Così si controlla il mondo. I meccanismi segreti del potere globale, Rizzoli, Milano 2020, pp. 480, 19,00 €.

L’autore, ex comandante del controspionaggio dell’Unione europea, svela i giochi di potere tra le élite politiche internazionali, le tecniche e i trucchi utilizzati per indirizzare gli eventi e manipolare l’avversario: «Impoverisci e indebolisci il tuo vicino», «Menti, qualcosa resterà», «Chi fa le parti si prende quella migliore», e così via. E come tutto questo influisca nella vita di ogni singolo cittadino.

Stefano Borroni Barale, L’intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificiale, Altreconomia, Milano 2023, pp. 160, 14,00 €.

In questo libro si ricostruiscono le tappe che la comunità scientifica ha attraversato da Alan Turing, primo sostenitore forte dell’IA, ai creatori di ChatGPT, il software in grado di sostenere un dialogo credibile con un essere umano.

Comprendere questo fenomeno, però, può aiutarci a costruire tecnologie alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa invece del controllo di pochi sugli utenti.

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Rita Vittori

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