Noie Voi, dialogo lettori e missionari

Continuità

Gentile redazione,
sono un lettore della vostra rivista Missioni Consolata, inviata da anni a mia madre. Apprezzo molto la vostra linea editoriale che privilegia valori di libertà, di eguaglianza e di tolleranza, riportando al contempo articoli di politica internazionale di notevole attualità. Volevo comunicarvi che, purtroppo, mia madre, destinataria della rivista, è deceduta. Vi prego pertanto di eliminare il suo nominativo sostituendolo con il mio. Provvederò io a mia volta al contributo per continuare a leggere la vostra interessante rivista. Cordiali saluti e buon lavoro.

Attilio dal Maso, 16/03/2025

Caro Attilio,
grazie del tuo scritto e un grazie anche a tua mamma che ti ha coinvolto nella lettura di MC. Siamo certi che il Signore della Misericordia l’ha accolta nella festa del suo Paradiso.

Una lettera come la tua ci dona gioia, e compensa quelle che richiedono la cancellazione del nome del parente deceduto, a volte con modi e toni perfino offensivi. Grazie a te per la fiducia e l’incoraggiamento che ci comunichi.

Pubblicità

Mi unisco anch’io a tutti quelli che approvano la vostra scelta di non pubblicare pubblicità.

La vostra rivista ha una serietà «da rivista scientifica» che non deve essere intaccata dalle inserzioni. Probabilmente io ho un po’ di fobia per la pubblicità. Per esempio in televisione, mentre seguo un film, all’apparire della pubblicità «zappo» subito su un qualche canale con programmi tipo Affari o Quattro ruote, Cash or trash o Sport, restandoci il tempo che mi sembra necessario per riprendere il film da dove era rimasto.

Apprezzo molto le cartine che corredano i vostri articoli, tra cui le utilissime piccole cartine all’inizio di un articolo che posizionano la nazione di cui si parla.

Ho appena terminato la lettura dell’articolo di Paolo Moiola su Gaza (MC 3/2025): è un articolo perfetto, in particolare per le molte citazioni (Msf, Amnesty, Anna Foa, …). Guardando Gaza in tv mi sono sempre chiesto quanto tempo sarà necessario (per la ricostruzione) a fronte di una simile distruzione. Ho letto la risposta che dà Medici senza frontiere. È incredibile, però ci credo. Come se a Dresda finissero ora di ricostruire (ma la forza tecnica/economica della Germania non ha paragone con quella di Gaza). Mi ricordo sempre della bella e grande «montagnetta» costruita a Milano nell’immediato dopoguerra con le macerie rimosse. Quanto verrà alta la montagna di Gaza?
Saluti e complimenti.

Carlo Maria My, 06/03/2025

Grazie dell’apprezzamento. Di questi tempi abbiamo la concorrenza terribile delle notizie «mordi e fuggi» che più che informarti vogliono tenerti incollato al computer o cellulare, senza darti il tempo di pensare. Crediamo che abbiamo invece bisogno, per mantenere la nostra libertà totale, di una lettura che ci dia il tempo di pensare, di criticare e approfondire e, quindi, fare le nostre scelte libere e responsabili.

«Piccolo»

Padre Gigi,
la lettera arriverà, spero, nel periodo natalizio e dunque ancora in tempo per meditare e celebrare il mistero di un Dio che si fa conoscere per essere vicino a ogni uomo, soprattutto il più «piccolo».

Desidero ringraziare per l’impegno nella preparazione di «Missioni Consolata» che anche un dubbioso, e a volte anticlericale come una persona a me cara, legge con attenzione per conoscere nazioni e luoghi geografici lontani. In particolare, ringrazio per l’editoriale «Quando piccolo è grande» (MC 12/2024, ndr) che intercetta una mia ricerca che dura da tempo riguardo coloro che più sono vicini al cuore di Dio e appartengono a pieno titolo al suo regno. Il termine «piccolo» ha un significato molto profondo e non si riferisce tanto all’età quanto a una condizione per cui una persona di pochi o tanti anni, non gode di considerazione come Sorino o coloro che non contano niente, come li desiderava don Tonino Bello.

Da qualche mese faccio parte della cappellania che porta la santa Eucarestia in una Rsa locale; la liturgia della Parola è preceduta e seguita da attività varie che coinvolgono gli ospiti affinché si superi l’idea che siano tenuti o intrattenuti. Io, nello specifico, in base alle mie competenze, mi occupo di attività di logica quali raccontare una storia, classificare, individuare un assurdo, che li stimola a pensare e a parlare.

È una tristezza infinita pensare che persone che sono state attive nel corso della loro vita ora rischino di essere considerate degli scarti. La loro spiritualità è invece molto ricca e possono donare sapienza, gioia e speranza.

Ancora ringrazio e auguro che anche il 2025 sia un anno di cammino, nell’acquisizione di doni spirituali e di inaspettate belle sorprese.

Milva Capoia, 25/12/2024

Pubblico solo ora quanto scritto il giorno di Natale da Milva, che già altre volte ha contribuito a queste pagine.
Chiedo scusa per il ritardo.
Ricevere una lettera cartacea invece di una e-mail è un grande piacere, allo stesso tempo comporta il rischio che venga tenuta da parte in attesa di essere trascritta «appena possibile», e quindi posticipata più del dovuto.

Cara Milva, le tue considerazioni sui «piccoli» e gli incredibili doni che sono e possono dare alla nostra società, trovano una conferma fantastica sia negli Special olympic games svoltisi a Torino ai primi di marzo, sia, e soprattutto, in come papa Francesco sta vivendo questo tempo di malattia. Anche senza bisogno di attribuirgli scritti bellissimi, ma inventati (come quelli che circolano sui social), papa Francesco ci sta mostrando cosa significa essere piccoli e trovare la vera forza della vita solo nell’amore del Signore.

28ª Settimana biblica a Caserta

Egregio Sig. Direttore,
anche quest’anno la Diocesi di Caserta organizza la Settimana biblica, giunta alla XXVIII edizione, con il patrocinio dell’Associazione biblica italiana, in collaborazione con l’Istituto superiore di scienze religiose interdiocesano SS. Apostoli Pietro e Paolo e con la segreteria del Centro apostolato biblico diocesano. Esperienza fortemente sostenuta dal vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua, monsignor Pietro Lagnese. La Settimana biblica si terrà a Caserta da martedì 1 luglio 2025 e fino a sabato 5 luglio 2025. Tema della XXVIII edizione sarà il Vangelo secondo Giovanni, con i biblisti Giuseppe De Virgilio, docente di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia università della Santa Croce di Gerusalemme a Roma, ed Eusebio Gonzàlez, docente di Teologia biblica alla stessa università. La celebrazione della Settimana biblica rinnova e custodisce la speranza che nutre ogni missione educativa ed evangelizzatrice. «Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Salmo 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo» (Spes non confundit, bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025, n. 25).

Tutto il popolo di Dio è convocato in assemblea per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. La Settimana biblica, che sarà inaugurata dal vescovo, è un’esperienza culturale e spirituale che richiama a Caserta, ormai da diversi anni, cultori e appassionati della Bibbia che si confrontano con varie esperienze territoriali nell’ambito del progetto «Bibbia e cultura europea» per confermare le parole del cardinale Carlo Maria Martini: «Il futuro dell’Europa si basa sulla lettura della Bibbia quale codice delle radici cristiane dell’Occidente».

La Settimana biblica di Caserta si conferma una valida proposta culturale e sapienziale per far crescere la familiarità del popolo di Dio con la Sacra Scrittura, in una Chiesa sinodale. Papa Francesco, nella Llettera apostolica Aperuit Illis, ci dice che: «La dolcezza della Parola di Dio ci spinge a parteciparla a quanti incontriamo nella nostra vita, per esprimere la certezza della speranza che essa contiene (cfr. 1Pt 3, 15-16)».
Buon cammino giubilare. Cordiali saluti.

don Valentino Picazio

Wamba: rinasce il 17 maggio

Cari amici e benefattori,
la corsa Run for Wamba (una corsa per raccogliere fondi avvenuta in diverse parrocchie della diocesi di Maralal in periodi diversi da dicembre 2024, ndr) è stata molto più di un semplice evento: è stato un viaggio di vita, di salute e di beneficenza. Non è stata solo l’attività di un giorno, ma una missione di servizio per tutta la vita. A nome del Catholic Wamba Hospital vi porgo la nostra più profonda gratitudine per i vostri generosi contributi e il vostro costante sostegno. Grazie a tutti voi che avete strisciato, cavalcato boda bodas, camminato e corso per Wamba. Il vostro sostegno finanziario e morale ci ha permesso, nella fede e nell’unità, di raggiungere un traguardo notevole. Mentre sono grato a tutti voi che avete contribuito, vorrei fare una menzione speciale dei seguenti sostenitori (segue una lista di personalità politiche e religiose locali, di associazioni cattoliche varie, di amici dei missionari, ndr) il cui contributo è stato importante.

Siamo orgogliosi di annunciare che l’iniziativa Run for Wamba ha finora raccolto un totale cumulativo di 1,863 milioni di scellini (quasi 15mila euro). I vostri contributi, sia in natura che nei fatti, sono sempre benvenuti, poiché il viaggio continua fino a quando non realizzeremo pienamente il sogno di vedere il Catholic Wamba Hospital rivitalizzato e pienamente operativo. Portiamo altre buone notizie. I lavori di riparazione e rivitalizzazione a Wamba stanno procedendo bene e ora sono completati quasi al 70%. A Dio piacendo, prevediamo di riaprire ufficialmente l’ospedale il 17 maggio 2025. In questo giorno speciale, celebreremo anche il tanto atteso Giubileo d’oro della Scuola per infermieri della Consolata di Wamba. Diamo un caloroso benvenuto a tutti coloro che si uniranno a noi nel celebrare questo incredibile risultato. Che Dio vi benedica tutti abbondantemente.

don Letaon Albert
diocesi di Maralal, 21/03/2025

Siamo felici di accompagnare la riapertura dell’ospedale, anche se ben coscienti delle enormi sfide che ancora lo attendono. Tale ospedale è stato un presidio speciale per la salute dei bambini e per la lotta contro la mutilazione genitale femminile. La sua Nursing school ha formato migliaia di infermiere e infermieri che ora curano nei dispensari delle varie missioni o in altri ospedali in Kenya. Tanto personale medico volontario ha contribuito alla sua eccellenza, incoraggiato anche da una figura speciale come il dottor Silvio Prandoni che all’ospedale ha dedicato la sua vita.

Auguri allora. Se qualcuno volesse sostenere l’ospedale può sempre farlo attraverso la nostra Fondazione MCO. Trovate i dati e le modalità a pagina 75. Asante sana, grazie di cuore.

 




Noi e Voi, lettori e missionari in dialogo


La sola vera religione

Re.mo padre direttore,
desidero da lei un consiglio spirituale. Sono abbonato alla rivista Missioni Consolata e leggo con piacere sulle sue riviste le notizie delle grandi religioni del mondo trasmesse dai Missionari della Consolata nelle diverse parti del mondo.

Le chiedo con precisione e in breve come possiamo noi cristiani confermare che la religione cristiana è l’unica e sola religione [dove] si adora e crediamo in un unico solo Dio e non come le altre religioni che adorano altri dei. Qual è la differenza? A quale religione dobbiamo credere?

In attesa di una sua cortese risposta, ringrazio vivamente e invio cordiali saluti di pace e bene.

Giuseppe, 11/02/2024

Caro signor Giuseppe,
grazie della lettera che ha scritto (a mano). Perdoni se l’ho tagliata un po’  per evidenziare la questione centrale: il cristianesimo è l’unica vera religione?

Credo dobbiamo partire da un principio fondamentale del nostro credo: tutti gli esseri umani sono creati da Dio a sua immagine e somiglianza, che essi lo sappiano o no. La conseguenza è che ogni uomo ha, consciamente o inconsciamente, nostalgia della sua origine. Quindi tutti gli uomini, di tutte le culture e di tutti i tempi, hanno trovato una loro via (legittima e doverosa) per arrivare a Dio e, soprattutto, per rispondere alle domande più profonde che ciascuno porta in sé: il senso della vita, le ragioni del dolore, il futuro dell’universo, le relazioni con gli altri, il perché della morte e tante altre.

Le religioni sono la risposta concreta a questo bisogno interiore degli uomini che hanno cercato a tentoni di dare un volto a un Dio (l’unico Dio di tutti) che non conoscono, spesso facendosi degli dèi a loro immagine e somiglianza. C’è chi ha fatto questo con malizia, usando Dio per dominare gli altri, c’è chi l’ha fatto con fede sincera per dare un volto a quella nostalgia profonda di Dio che sentivano.

Di questa ricerca è stato partecipe anche il popolo di Dio, Israele. La storia di Abramo è emblematica in proposito. Israele lo ha cercato sì, ed è uscito dall’idolatria solo grazie all’autorivelazione di Dio attraverso la parola dei profeti. Ma quanta fatica ha fatto per rimanere fedele e non ricadere nelle forme religiose dei popoli vicini e dominanti. Dio si è, però, rivelato a Israele non per fare di lui un popolo privilegiato e separato dagli altri, ma per realizzare una duplice missione: quella di far conoscere il vero volto di Dio a tutti gli uomini e diventare un «popolo di sacerdoti» che intercede e loda a nome di ogni creatura nel mondo.

Tutti i popoli del mondo sono coscienti che Dio è il creatore del mondo, ma spesso lo ritengono troppo alto e irraggiungibile per quelle povere e cattive persone che possono essere gli uomini; quindi, hanno preferito rivolgersi a intermediari più vicini e simili a noi, come gli spiriti o altri dei.

In questo contesto, perché diciamo che la religione cristiana è l’unica vera, anzi, meglio, che è l’unica che ci fa conoscere e amare il vero Dio?

Perché questa verità ci è stata trasmessa da Dio stesso attraverso Gesù Cristo, suo figlio, che si è incarnato, ha vissuto in mezzo a noi, ci ha comunicato la sua parola di Verità e per questo è stato ucciso e poi è risorto. Di questo sono diventati testimoni i suoi discepoli dopo aver ricevuto lo Spirito Santo.

Gesù, nella sua persona, ha portato a compimento le promesse e le profezie fatte da Dio ad Abramo e ai suoi discendenti, Mosè compreso. Gesù è la testimonianza viva che Dio è uno solo e non esistono altri dei. Solo attraverso Gesù noi possiamo vedere il vero volto di Dio. «Chi vede me, vede il Padre», ha detto.

Tutto bello, mi può dire, ma sono passati duemila anni da quando Gesù è venuto. Come possiamo dimostrare oggi che il Cristianesimo è l’unica vera religione?

Ecco, probabilmente l’unico modo per provarlo davvero è mettere in pratica i principi fondanti di questa religione: vivere cioè secondo l’esempio di Gesù, amando Dio e il prossimo come lui ha fatto. Una vita da santi, cioè da persone che davvero vivono sullo stile di Gesù la loro umanità come immagine di Dio è la prova migliore della verità di Gesù e della religione da lui trasmessa. Forse la prova più bella della verità della fede cristiana sono i martiri, anche e soprattutto quelli di oggi: persone che rispondono alla violenza con il perdono, all’odio con l’amore, all’avidità con la gratuità del dono, alla logica di morte con scelte di vita.

Si possono fare tutte le discussioni possibili sulle varie religioni, ognuna delle quali porta in sé un germe della verità di Dio, ma non c’è prova migliore di una vita d’amore per garantire che il Cristianesimo è la vera religione e che Gesù non è morto e risorto invano.


Beato Allamano, grazie

Vorrei condividere con voi una cosa bella successa proprio oggi, 16 febbraio 2024, festa del beato Giuseppe Allamano.

Il 13 novembre del 2022 hanno diagnosticato un tumore ad un ragazzo che conosco: Simone (nome di fantasia), 30 anni. Era un tumore molto brutto con due metastasi, una sulla spalla e l’altra sulla schiena, e inoperabile in quanto molto grande e troppo vicino alla colonna vertebrale. Pochi giorni dopo è stato operato con urgenza per asportare la metastasi sulla spalla. L’operazione è riuscita bene, ma l’istologico ha confermato la gravità della massa non operabile.

I medici purtroppo non hanno dato molte speranze perché sostenevano che, trattandosi di un ragazzo così giovane, il tumore sarebbe stato galoppante. Decisero comunque di iniziare la chemioterapia. All’inizio di gennaio 2023 era comparsa un’altra metastasi sulla spalla. Altra operazione d’urgenza con poche speranze di miglioramento. La situazione era sempre più critica. Sembrava non reagire alle cure.

La settimana successiva abbiamo accompagnato padre Francesco Peyron a Torino (da Fossano) per il terzo sabato del mese. Prima della messa ci ha accompagnati nella cappella del beato Allamano. Prima di entrare aveva detto: «Quando si visita per la prima volta una chiesa con la tomba di un santo o di un beato si può chiedere una grazia».

Abbiamo sostato un po’ sulla tomba dell’Allamano. Ho pensato a Simone. Non ho chiesto niente, ho soltanto detto: «Stai con lui e la sua famiglia». Poi qualche settimana dopo, a febbraio dell’anno scorso, il primo giorno del triduo dell’Allamano nella casa dei missionari a Fossano, all’inizio della messa, padre Francesco ha detto: «Il triduo è un momento di grazia. Ora faremo un momento di silenzio nel quale ognuno di voi può presentare al Signore, con l’intercessione del beato Allamano quello che sente più vero nel cuore». Io ho di nuovo pensato a Simone. Non ho chiesto nulla. Ho solo detto: «L’affido a Te, Tu hai guarito l’Allamano». E ho detto un’Ave Maria.

Nel frattempo Simone proseguiva con la chemioterapia, senza miglioramenti ma neanche peggioramenti. Il 5 aprile (mercoledì santo) i medici gli hanno comunicato che avrebbero sospeso la chemioterapia due settimane prima del previsto perché inaspettatamente i valori si erano normalizzati. Gli esami successivi hanno confermato che i valori erano rientrati. I medici erano stupiti e sorpresi. Non riuscivano a spiegare l’accaduto. L’11 maggio (mese di Maria), dopo ulteriori accertamenti, Simone, ha ricevuto una telefonata dall’oncologo che lo seguiva. Gli ha detto: «Simone, sei seduto?». E lui ha subito pensato al peggio. Ha proseguito dicendo: «Inspiegabilmente sei guarito, gli esami sono perfetti, i linfonodi quasi completamente rientrati». Gli ha detto che non aveva mai visto una reazione del genere, assolutamente inaspettata.

Il linfonodo nella schiena c’è ancora, ma non risulta più pericoloso. Altra cosa che i medici non sono riusciti a spiegare: dal mese di giugno 2023 si è sottoposto periodicamente ad esami e controlli, risultati tutti ok. A fine di gennaio di quest’anno aveva i primi esami di controllo generale: tutti ok.

Lode a Dio e a Maria e un grazie immenso e specialissimo al beato Allamano.

Ultima cosa che vorrei ancora raccontarvi per lodare e ringraziare è questa. Durante i mesi della terapia, nonostante fosse debole e sofferente, spesso diceva: «Sto male, ma mi sento sereno». In quei mesi abbiamo pregato tanto, l’ho portato ogni giorno nella messa. L’Allamano è proprio stato con lui. «Il bene va fatto bene» e lui è stato di parola. Gesù con Maria sono andati oltre, sorprendendo come sempre. Che bello.

Nadia Luciano,
Villanovetta, Cn, 16/02/2024


Nelle steppe di Gengis Khan

Alla fine del 2023 è uscito in libreria, pubblicata dalla Effatà editrice, il corposo libro (oltre 270 pagine) intitolato «Nelle steppe di Gengis Khan» di Pier Giuseppe Accornero, un sacerdote giornalista di Torino che si occupa di informazione sociale ed ecclesiale.

Più che un semplice libro, quello di Accornero è quasi un’enciclopedia dedicata alla vita missionaria della Chiesa piemontese. Partendo dal cardinal Giorgio Marengo, e quindi anche dal beato Giuseppe Allamano che ha fondato i Missionari della Consolata di cui il cardinale è parte, l’autore ci conduce per mano a scoprire la vitalità missionaria della regione fin dai tempi del Regno di Sardegna. Pagine piene di informazioni e curiosità di estremo interesse e poco conosciute.

Ma lascio la parola a padre Stefano Camerlengo che ne ha scritto la prefazione.

«Il libro di Pier Giuseppe Accornero si prefigge di offrire ai lettori lo spaccato di una realtà, per certi versi, ignota al grande pubblico. Nei primi capitoli illustra come nell’immensa distesa della Mongolia, un figlio della terra pedemontana guida con mano sicura e con grande apertura di cuore e di intelligenza il suo «pusillus grex, piccolo gregge» di cristiani e riesca a intessere relazioni fraterne e fruttuose con uomini e donne di altre fedi religiose. Un seme che sta spuntando e che annuncia un futuro promettente. La fecondità del Piemonte per la sua poliedrica personalità merita attenzione e diffusione. Un attore giovane ha raggiunto quella terra e vive ora nella lontana Mongolia.

Questa terra dalle dimensioni enormi merita attenzione anche perché ha attirato l’amore apostolico di papa Francesco. […]

Dal capitolo terzo l’autore continua la sua opera con mano decisa e con un linguaggio svelto e leggero a presentare i grandi protagonisti, principalmente subalpini, che hanno segnato le tappe più importanti della diffusione del Vangelo, sotto il patronato di grandi papi che si sono succeduti nella Sede apostolica […].

In questa sezione del libro, l’autore presenta in sequenza un grandissimo numero di grandi missionari, tutti, eccetto qualcuno, figli e figlie della terra pedemontana. La loro azione missionaria abbraccia l’intero globo terraqueo. Si va dalle numerose nazioni latinoamericane alle molte nazioni africane e ad alcune regioni dell’Asia. Il loro idioma piemontese si riverbera su molte latitudini e longitudini del globo e semina nel cuore dei popoli il seme della Parola eterna del Padre, la quale darà frutto a suo tempo perché irrorata anche dal sangue di molti che hanno pagato la loro testimonianza a Cristo risorto con la loro vita. Tertulliano ha detto: “Il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani”. Il Piemonte ha dato anche questo meraviglioso contributo alla propagazione del Vangelo.

Ci permettiamo di raccomandare questo libro a tutti coloro che amano essere edotti del cammino, anche se faticoso, della Chiesa di Cristo. Tra le pagine di questo libro, che raccoglie la testimonianza di gente generosa infiammata dall’amore del Vangelo, si respira un’aura di fede e uno sviscerato amore per la Parola del Vangelo. A un lettore attento germoglierà nel cuore, oltre che l’ammirazione di tanta fedeltà al Vangelo anche una timida preghiera per coloro che consumano ogni giorno la loro esistenza nei diversi angoli della terra».

padre Stefano Camerlengo
superiore generale emerito

Si può ordinare il libro direttamente su https://editrice.effata.it


Settimana biblica a Caserta

Egregio Direttore,
anche quest’anno la diocesi di Caserta organizza la Settimana biblica, giunta alla XXVII edizione, con il patrocinio dell’Associazione biblica italiana, in collaborazione con l’Istituto superiore di Scienze religiose interdiocesano «SS. Apostoli Pietro e Paolo» e con la segreteria del Centro apostolato biblico diocesano.

La Settimana biblica si terrà a Caserta da lunedì 1° luglio 2024 e fino a venerdì 5 luglio 2024.

Tema della XXVII edizione sarà «La comunità e i discepoli nel Vangelo secondo Matteo», con i biblisti Giulio Michelini e Francesco Filannino.

Questa esperienza di conoscenza del testo biblico ci pone davanti il cammino sinodale della Chiesa aperta all’ascolto della Parola di Dio per discernere secondo lo spirito del Vangelo, il cammino da seguire tutti insieme. Tutto il popolo di Dio è convocato in assemblea per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa.

Sul sito del Centro apostolato biblico trovate tutte le notizie utili per iscriversi e partecipare alla Settimana biblica di Caserta.

Cordiali saluti

don Valentino Picazio,
Caserta, 25/02/2024

Per partecipare alla settimana biblica vai al sito
www.centroapostolatobiblicocaserta.it
email: centroapostolatobiblicogmail.com