Noi e voi: dialogo lettori e missionari


Un Grazie dall’Ucraina

Sia lodato Gesù Cristo.
Carissimi fratelli e sorelle
consentitemi, sotto il suono della sirena, che invita a nascondersi nel rifugio anitaereo, di esprimere a voi e alle vostre famiglie la mia più profonda gratitudine e una preghiera di riconoscenza per il vostro cuore aperto, per il vostro sostegno e la vostra solidarietà verso il popolo ucraino, che sta attraversando ore difficili, a causa della guerra e delle manifestazioni di odio umano da parte della federazione russa.

Il giorno 8 novembre 2022 la nostra organizzazione, Caritas Spes di Lutsk (Ucraina), ha ricevuto da parte del padre Luca
Bovio Imc un aiuto materiale della somma di 4mila dollari Usa. Per noi questo aiuto è tanto importante e necessario da rendere impossibile esprimere quanto senza lacrime di gioia. Infatti, la nostra organizzazione si prende cura di diverse categorie della popolazione: rifugiati, indigenti, anziani, ma un’attenzione particolare è riservata ai bambini orfani, bambini con sindrome di Down e invalidi. Con estrema sofferenza, i bambini, che rappresentano il nostro futuro, sono diventati testimoni della guerra, dell’odio e della violenza. La risata infantile si è mutata in pianto, la gioia in dolore, le voci allegre dei bambini nel suono delle sirene e delle bombe. Grazie al vostro sostegno e aiuto, però, la nostra organizzazione ha potuto regalare un momento di gioia e felicità a 150 bambini invalidi della regione di Volyn. Grazie al vostro sostegno abbiamo potuto comperare e distribuire generi alimentari e prodotti igienici per questi bambini.

Con i fondi devolutici abbiamo comperato 150 pacchi di generi alimentari e prodotti igienici, nella fattispecie: zucchero, riso, pasta, grano saraceno, paté, conserve di pesce e di carne, tè verde e nero, olio, farina, shampoo, sapone liquido per la doccia, sapone solido, dentifricio e spazzolino, carta igienica. Tutto ciò è il minimo necessario per una famiglia, ma per questi bambini rappresenta un aiuto straordinario (vedi foto). Queste famiglie, infatti, godono di introiti minimali e non sono sempre in grado di assicurare a se stesse e ai propri figli i prodotti di prima necessità.

Cogliendo l’occasione, pertanto, desidero esprimere, a nome mio e a nome di tutti i bambini che hanno ricevuto un aiuto così importante e necessario, parole di gratitudine per il Vostro cuore aperto e il vostro sostegno.

Il Signore ricompensi tutti i benefattori col centuplo e con abbondanti benedizioni! Che Maria, Vergine santissima e Regina della pace, conservi le vostre famiglie nella tranquillità e nell’armonia, affinché sulle vostre case riposi un cielo di pace! Con sentita riconoscenza

Ks. Pawel (Paolo) Chomiak
direttore Caritas Spes di Lutsk, Ucraina, 14/11/2022

Da Isiro con amore

Dal Nord del Congo vi giunga il mio saluto e il mio grazie per il vostro cuore missionario!
Grazie per la vostra generosità verso i nostri piccoli e differenti progetti che realizziamo con il vostro sostegno.
La mia salute è abbastanza buona, tolta qualche malarietta che ogni tanto arriva, ma ci si cura e tutto passa.

Festa di santa Cecilia a Somana

Sono ora nella parrocchia di Samana, a Isiro, capitale dell’Alto Uélé. La vita, malgrado le diverse difficoltà, è sana e bella e i nostri laici (mamme, papà, giovani, ragazzi) sono molto impegnati. La domenica celebriamo due messe e stiamo pensando d’ingrandire la chiesa perché c’è sempre molta più gente fuori che dentro. Sogniamo anche la costruzione di una scuola, lasciando che le attuali aule diventino sale parrocchiali, visto il crescere di tante attività.

Seguiamo con preoccupazione quello che succede in Ucraina e insieme ai nostri cristiani preghiamo ogni giorno per la pace. Purtroppo, questa guerra ha «offuscato» la situazione tragica del nostro paese.

Sulla frontiera con il Rwanda e l’Uganda i criminali del movimento M23 e altri gruppi (se ne contano una cinquantina) continuano a uccidere, bruciare persone e saccheggiare i villaggi, creando ogni giorno migliaia di profughi. Da trent’anni non c’è pace in Congo: questa terra è troppo ricca in materie forestali, agricole e minerarie che fanno gola a molti paesi in Asia, Europa e America, i quali poi si servono del lungo braccio del Rwanda e altri paesi confinanti per sfruttare la situazione.

Quando potranno i nostri bimbi e giovani giocare, studiare, e preparare il loro futuro? Quando i nostri papà e mamme potranno dormire tranquilli e sognare un Congo nuovo?

Le responsabilità internazionali sono grandi, ma anche i nostri politici e amministratori congolesi hanno le loro responsabilità: corruzione, potere sporco, collaborazionismo con forze esterne, interessi personali, conti all’estero. Purtroppo, si continua così vedendo che solo il Signore non ci abbandona e non ci imbroglia. Con gioia aspettiamo papa Francesco!

Per questo con tutta la Chiesa continuiamo a donare e ricevere speranza e coraggio alle e dalle nostre comunità con la Parola di Dio, i sacramenti, la scuola, pozzi, centri di salute e ospedali, progetti di sviluppo. Quanto bene fa la Chiesa.

Vi giunga il mio augurio per il nuovo anno 2023. Vi assicuro la nostra preghiera, certo della vostra. Un arrivederci quotidiano nella santa messa. Vi voglio bene.

padre Rinaldo Do
Isiro, Natale 2022

Padre Rinando con alcuni ragazzi di Somana

Un grande amico: padre Franco Bertolo

Il 16 ottobre 2022 è morto, improvvisamente, a Torino, nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, padre Franco Bertolo, legato a me da profonda e lunghissima amicizia. Pur nel profondo dolore, voglio ricordarne alcuni momenti.

Anni di formazione 1961-1966

Frequentammo assieme il liceo classico presso il seminario della Consolata di Varallo Sesia (Vc). Franco ed io facevamo l’articolo «il», in quanto lui era basso di statura e io alto. Uno degli aspetti che ci univa era il fatto che entrambi non amavamo giocare al pallone. C’erano i due capitani che sceglievano le due squadre. Io ero sempre l’ultimo ad essere scelto, Franco il penultimo. Ci mettevamo in un angolo del campo a chiacchierare e, quando il pallone si avvicinava, gridavamo e facevamo finta di giocare. Qualche volta, quando c’era la possibilità di scegliere tra «pallone» e «passeggio», cercavamo di gridare forte per ottenere di andare a passeggio. Raramente riuscivamo ad averla vinta.

Dopo l’anno di noviziato che io feci a Bedizzole (Bs), mentre Franco lo fece alla Certosa di
Pesio (Cn), trascorremmo un anno assieme a Rosignano Monferrato (Al) per lo studio della filosofia. Dopo ci separammo. Franco andò a studiare teologia negli Stati Uniti, mentre io andai in Inghilterra. Fummo ordinati sacerdoti lo stesso anno, io il 7/08/1971 e padre Franco il 18/09/1971. Tutti e due fummo destinati al Tanzania.

Missione in Tanzania: 1972-1979

Il periodo in Tanzania fu il più intenso. I superiori chiesero a Franco, a me e a padre Virgilio
Panero (già in paradiso dal 24/04/2020), di formare un team pastorale nella missione di Wasa, per iniziare un modo diverso di fare missione. Io, ufficialmente, ero il parroco, ma Virgilio e Franco non erano viceparroci, bensì membri del team. Mettevamo tutto in comune: offerte, decisioni, azioni, preghiera. La nostra comunicazione era continua e prendevamo insieme tutte le decisioni. Affrontammo molti problemi, ma sempre con una linea di azione comune.

C’era una profonda amicizia tra noi tre. Il fatto che fossimo così bene in armonia fu un’esperienza bellissima, anche se contrasti e problemi con altri non mancavano. Questi contrasti cementarono ancor di più la nostra unione.

Da Roma a Londra: 1979-1987

Lasciai il Tanzania nel 1977 e andai a studiare Bibbia a Roma. Franco mi raggiunse nel 1979 e studiò Teologia Morale. Eravamo entrambi destinati a Londra, per cui pianificavamo il futuro assieme. Io andai nel seminario di Teologia di Totteridge, lui invece nella casa provinciale di Camden Town.

Ogni volta che mi era possibile, ci trovavamo. Franco divenne vicesuperiore del gruppo e io consigliere. Ci consultavamo e aiutavamo in vari modi. Poi le nostre strade si separarono. Franco andò in Casa Madre a Torino e si fermò lì per servire come cappellano all’Ospedale Koelliker e aiutare i confratelli a sbrigare le pratiche per i loro documenti anagrafici, mentre io andai in Israele, in Etiopia e in Kenya.

Torino: 1987-2022

Ci siamo trovati molte volte a Torino, quando io ci andavo per vacanze e/o cure mediche. Franco mi ha sempre accolto con grande gioia. L’anno scorso abbiamo celebrato assieme 50 anni di sacerdozio. Spesso abbiamo camminato assieme fino al Santuario della Consolata. Ora il Signore ha preso Franco con sé.

Il giorno in cui ricevetti la terribile notizia della sua morte, avevo meditato su questo tratto del Vangelo di Luca: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!» (Lc 12,35).

Questo brano del Vangelo si applica molto bene a Franco. Quel mattino si stava preparando per andare a servire il Signore celebrando la santa messa per i malati all’ospedale. Il Signore lo ha chiamato a sé improvvisamente.  Adesso è il Signore a servire Franco. Mi piace immaginare la scena in cui Gesù gli dice: «Vieni, Franco. Siediti qui nel posto di onore. Ti preparo una pizza che è formidabile. Avrai del salame buonissimo, come quello dei Panero. Beviti un bel bicchiere di Bonarda. Gustati un tiramisù favoloso. Te lo sei meritato!».

Arrivederci, Franco. Arrivederci, Virgilio. Un giorno, presto, staremo tutti assieme.

padre Ottone Cantore
Allamano House, Nairobi, 11/11/2022