Sud Est asiatico. Le «città della truffa»

Le scam city si trovano spesso al confine tra due Stati nel Sud Est asiatico, e sono popolate da centinaia di migliaia di schiavi del malaffare.
Una forma di crimine in espansione è quella delle frodi online che generano un giro di affari di 40 miliardi di dollari all’anno colpendo spesso ignari cittadini europei.

A metà luglio la polizia cambogiana ha arrestato oltre mille persone nel corso di raid coordinati contro centri di truffe online in tutto il Paese. La retata è solo l’ultima di una lunga serie, ma è anche solo la punta di un iceberg.

L’operazione delle forze dell’ordine è durata tre giorni e ha preso di mira diversi siti a Phnom Penh, la capitale, a Poipet, città al confine con la Thailandia, e a Sihanoukville, città costiera.

La maggior parte dei criminali fermati sono cittadini stranieri. Tra loro, 271 indonesiani, 213 vietnamiti e 75 taiwanesi.

La Cambogia, ha detto il primo Ministro Hun Manet, intende «prevenire e reprimere le truffe online». Il Paese, infatti, come ha scritto di recente un rapporto Onu, è tra i punti nevralgici di un vero e proprio hub criminale che ha messo radici nel Sudest asiatico e che, con operazioni truffaldine condotte tramite utenti dei social media in tutto il mondo, ha raggiunto un giro di affari di 40 miliardi di dollari l’anno.

«Asia criminale»

È questo il fenomeno indagato, approfondito e descritto da Emanuele Giordana e Massimo Morello nel loro libro inchiesta «Asia criminale», appena dato alle stampe per i tipi di Baldini e Castoldi.

I due reporter e analisti di grande esperienza hanno tracciato come segugi la miriade di connessioni e sfaccettature di quello che chiamano «il nuovo triangolo d’oro».

Il fenomeno copre il Sudest asiatico come una tela di ragno, un immenso triangolo che ha il proprio vertice meridionale a Singapore, l’angolo nord occidentale nel Rakhine birmano e quello nord orientale nel golfo del Tonchino, ovvero nel mare della Cina meridionale.
La bisettrice del triangolo attraversa la Thailandia, intersecando Birmania, Laos e Cambogia.

In questa parte di mondo, i due giornalisti, che da anni percorrono quelle rotte, danno conto dei regni dei signori della guerra e della droga, dove gli esseri umani sono considerati una merce, al pari dell’oppio, dell’eroina, del legname, delle pietre preziose e delle armi.

«I traffici – spiega Giordana – sono spesso mascherati da movimenti di guerriglia e viceversa, spesso in quelle special criminal zones ai confini tra gli Stati, terreno fertile delle mafie e dei trafficanti». «Anche il mare e le coste sono scene del crimine – racconta Giordana – tra pirateria, traffici d’armi e di esseri umani, che viaggiano sulla corrente dei profughi. In altri luoghi ancora il crimine è più occulto, tra centrali di riciclaggio del denaro e società finanziarie».
L’antico triangolo d’oro, allora, «è diventato un poligono ramificato in spazi diffusi in tutta l’Asia sudorientale, specie sulle linee di confine», osserva.

Duecentomila schiavi informatici

In questa intricata matassa di loschi affari, ha preso piede, e si è sviluppato con rapidità impressionante, un nuovo, lucroso ramo dell’attività mafiosa: la realtà delle scam city, città prigione dove oltre 200mila schiavi informatici operano nelle frodi e nel gioco online, un business che vale miliardi di dollari, e che ha conseguenze a livello globale. Le vittime delle truffe, infatti, sono spesso persone che vivono placidamente in Europa o in America, attratte dal miraggio di investimenti fruttuosi o perfino da promesse romantiche.

Gli ex schiavi liberati dalle scam city hanno dichiarato di essere stati adescati con pretesti di vario genere. Solo in Cambogia, si annota, sono state individuate almeno cinquantatré strutture fraudolente, in cui «gruppi criminali organizzati si dedicano alla tratta di esseri umani, al lavoro forzato, al lavoro minorile, alla tortura, alla privazione della libertà e alla schiavitù».

L’allarme è ormai pubblico, transnazionale e globale: l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodoc) ha reso noto che il settore delle truffe online si sta espandendo oltre il Sud Est asiatico, con operazioni che si sarebbero estese al Sud America, all’Africa, al Medio Oriente, all’Europa e ad alcune isole del Pacifico.

Le cellule cancerose dell’Asia criminale raccontata da Giordana e Morello, incontrastate e libere di circolare, si sono metastatizzate, e ora cercano nuovi territori e nuove popolazioni da aggredire e consumare.

Paolo Affatato