Inserisci la tua email e iscriviti alla nostra newsletter

Quando il viaggio è solidale

Viaggiare ha un forte impatto sull’ambiente e sulle persone. Per ridurne gli effetti negativi è nato il «turismo responsabile». Ad Avigliana, in provincia di Torino, ne abbiamo parlato con Alfredo Di Giovanni, della cooperativa «Viaggi solidali». 

«Flow» è il film di animazione che ha vinto il premio Oscar 2025. Racconta di un gatto nero che, in uno scenario da diluvio universale in cui gli uomini sono scomparsi, impara che la collaborazione coraggiosa con gli altri animali che si ritrovano sulla stessa barca è la strada migliore per sopravvivere.

«È un’ode – scrive Paola Casella sul sito mymovies.it – alla solidarietà e alla cooperazione, necessarie per sopravvivere anche agli eventi che rischiano di annullarci per sempre».

Non è un caso se anche un altro film d’animazione, «Il robot selvaggio» (candidato allo stesso Oscar), mostri come la solidarietà – in questo caso tra specie diverse, robot compreso – sia la chiave per la sopravvivenza.

«Un concetto basilare – scrive Antonio Montefalcone su mymovies.it – per la sopravvivenza singola e collettiva, perché capace di prevalere sulle avversità, su differenze innate e sulla legge del più forte».

Queste due opere di animazione sono un segno dei nostri tempi. Proviamo paura per il passaggio d’epoca che stiamo vivendo e proviamo a rispondere cercando per la nostra vita il senso da seguire, sia come significato che come direzione.

Nel suo piccolo, in questa rubrica raccontiamo storie che mostrano come possiamo vivere meglio applicando la «legge della solidarietà». Lo facciamo con esempi che ognuno di noi, volendo, potrebbe seguire nei diversi ambiti della propria quotidianità.

Le Langhe (foto Giacomo Castagnotto)

Dal consumo critico al turismo responsabile

Il consumo critico è una delle pratiche solidali più conosciute. Nasce dal rendersi conto che i nostri acquisti e il nostro stile di vita hanno spesso degli effetti negativi sugli altri e sull’ambiente. Da questa constatazione nasce la volontà di ridurre tali effetti sviluppando, allo stesso tempo, delle alternative.

Il consumo critico si applica non solo ai prodotti che consumiamo, ma anche ai servizi che utilizziamo.

In questa prospettiva, dagli anni Novanta del secolo scorso, si è posta l’attenzione sul turismo, partendo dalla constatazione del suo forte impatto sociale e ambientale. Il turismo è la principale attività economica del globo, sposta oltre 1,4 miliardi di persone ogni anno (dato 2024), occupa milioni di lavoratori e continua a crescere. Tuttavia, nelle sue forme di massa e di lusso, esso ha spesso effetti molto negativi su ambienti, culture, società ed economie dei Paesi di destinazione, in particolare nel Sud del mondo.

In questo campo, la costruzione di risposte alternative prende il nome di «turismo responsabile». Secondo la definizione dell’associazione di settore (Aitr), questo è un «turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture.

Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto a essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori».

I viaggi di turismo responsabile sono organizzati insieme alla comunità locale del Paese di destinazione, consentendo l’incontro e lo scambio tra i viaggiatori e gli ospitanti.

Perché viaggi solidali

Seguendo il filo di questi pensieri, arriviamo ad Avigliana, città medievale in Val di Susa, in provincia di Torino, una valle con una lunga tradizione di accoglienza di pellegrini, viaggiatori e migranti. Siamo vicini alla Sacra di San Michele e al Parco naturale dei laghi di Avigliana, tappa obbligatoria per molte specie di uccelli migratori.

Nella piazza centrale della cittadina, la «Casa Conte Rosso» ospita l’ostello, il ristorante «Ciclocucina» e l’operatore turistico «Viaggi solidali». Si tratta di un progetto con un forte legame con il territorio che intende contribuire allo sviluppo locale in modo collaborativo; una casa che ospita viaggiatori e progetti per chi arriva e chi parte.

Qui incontriamo Alfredo Di Giovanni, socio lavoratore della cooperativa «Viaggi solidali». Alfredo si occupa sia di dirigere l’ostello che della progettazione, organizzazione e vendita dei viaggi di turismo responsabile. Ci racconta che l’esperienza di Viaggi solidali è nata già nel 2000 dalla proposta di cinque Ong che avevano unito le forze per promuovere il turismo responsabile, a partire dal legame con progetti di sviluppo.

All’epoca, la cooperativa aveva la sede a Torino. Ora si è trasferita ad Avigliana in seguito a un bando del Comune per la gestione dell’ostello, vinto insieme a Ciclocucina.

Viaggi solidali è sì un operatore turistico ma sui generis, in quanto, seguendo i principi del turismo responsabile, propone viaggi vacanza che permettono di scoprire una destinazione e, allo stesso tempo, di alimentare l’economia locale.

Oltre alle visite turistiche, ogni viaggio facilita l’incontro con le realtà del territorio attive in progetti di varia natura: sociale, ambientale o educativa. Le guide locali, ma anche chi accompagna il viaggio, hanno un legame particolare con il territorio di destinazione.

Viaggi solidali organizza tour in tutto il mondo secondo diverse modalità. Ci sono i viaggi di gruppo a cui ogni persona interessata può aderire. Questi gruppi «a raccolta» vengono formati dai viaggiatori che si pre-iscrivono sulla base di un calendario di partenze, fino a un massimo di quattordici partecipanti.

Oltre a questi, sono disponibili i viaggi «su misura» che vengono confezionati in base alle esigenze dei viaggiatori, come ad esempio i viaggi di nozze o quelli per gruppi di amici. Infine, Viaggi solidali organizza anche viaggi di turismo scolastico.

Tra la gestione dell’ostello e l’attività di operatore turistico, nella cooperativa lavorano dieci persone. Forniscono anche un supporto tecnico ai cammini «Walden», viaggi a piedi in tutto il mondo (Italia compresa), di cui distribuiscono i pacchetti. Infine, Viaggi solidali organizza i percorsi «Migrantour», di cui questa rivista ha già parlato nel numero di ottobre 2023 .

Solidarietà concreta

Illustrando Viaggi solidali in una rubrica dedicata alla «legge della solidarietà» non possiamo non chiedere come quest’ultima si concretizzi.

Alfredo ci spiega che il primo punto è il supporto all’economia locale: i soldi spesi dai partecipanti a questi viaggi rimangano il più possibile sul territorio, al contrario di quanto succede abitualmente con il turismo globalizzato. Questo ha principalmente a che fare con il tipo di sistemazione in strutture gestite da persone del luogo, in alcuni casi in famiglia.

Ci sono poi gli incontri con i progetti sociali portati avanti da organizzazioni del territorio, progetti che vengono visitati e sostenuti anche attraverso una quota versata da ogni viaggiatore.

Nel catalogo, ogni scheda di presentazione del viaggio comprende una sezione «Plus solidale», che descrive come si concretizza la solidarietà, in modo da offrire delle possibilità in più alle persone che abitano il luogo di destinazione.

Gli incontri con le organizzazioni e i progetti del luogo sono molto vari. Per fare qualche esempio: viaggiando in Colombia, si visita e sostiene il progetto culturale «Casa B» che – attraverso l’arte, il doposcuola e altre attività – propone un risposta formativa ai problemi sociali che affrontano i ragazzi del quartiere popolare di Belén, a Bogotà. In Namibia, i viaggiatori incontrano i bambini del centro Happydu; in Giappone, i ragazzi dell’ospedale Todaiji Ryoiku Byoin; in Albania, l’incontro è con microprogetti di cooperazione per promuovere il recupero del patrimonio storico e il lavoro di piccole imprese artigiane inserite nei circuiti del turismo responsabile.

Incontro e conoscenza

L’aspetto forse più importante è che questo tipo di viaggi favorisce diverse occasioni di incontro e di conoscenza, sia con le guide che con le persone del posto.

Conoscere e accettare gli altri, nella loro diversità, è il modo migliore per affrontare insieme il viaggio che l’umanità sta compiendo. Siamo tutti sulla stessa barca, navigando verso scenari sconosciuti come «Un volo di gabbiani telecomandati», per usare le parole di Sergio Endrigo.

Nella sua canzone, portata a San Remo nel 1970, il cantautore ci invitava a percorrere insieme il viaggio verso mete sconosciute: «Dove arriverà, questo non si sa. Sarà come l’Arca di Noè, il cane, il gatto, io e te».

Andrea Saroldi

L’associazione

L’«Associazione italiana turismo responsabile» (Aitr), riferimento italiano per il settore, dal 1998 promuove la cultura, i principi e le pratiche di turismo responsabile. Sul sito, alla voce tour operators, nella sezione turismo, sono disponibili un catalogo e le schede degli operatori che organizzano viaggi secondo i criteri del turismo responsabile.

Il libro Camilla Elisabetta Ghioni, «Il bene ritrovato. Turismo responsabile e beni confiscati alla criminalità organizzata», Altreconomia editore, 2025. Attraverso storie e testimonianze dall’Italia, come quelle di Addiopizzo Travel, Libera Terra e I Viaggi del Goel, il libro racconta come il turismo responsabile possa essere uno strumento di cambiamento sociale, restituendo alla collettività i beni confiscati alle mafie e trasformandoli in risorse per lo sviluppo socioeconomico e culturale.

I siti
Il Monviso (foto Giacomo Castagnotto)
SCARICA IL PDFSTAMPA L'ARTICOLO

Ti è piaciuto questo articolo? Sostieni MC: ci aiuterai a produrre un’informazione approfondita senza pubblicità!

Cambiare il mondo comincia da te. Diamo voce ai valori umani: iscriviti e fai la differenza!