Cinquant’anni in Sudafrica


Breve presentazione del calendario 2021, dono ai lettori di MC.

I missionari della Consolata arrivano «per forza» in Sudafrica nel 1940 quando sono prelevati dal Kenya e internati a Koffiefontein. Dopo la guerra rimangono in contatto con i molti ex prigionieri italiani ormai stabiliti nel paese e nel 1948 aprono una casa a Città del Capo per missionari che devono fare gli studi di specializzazione necessari per essere riconosciuti come insegnanti nelle colonie inglesi.

Superiore è padre Lorenzo Maletto che lavora intensamente con la comunità italiana e prepara il terreno per le future missioni tra gli Zulu e gli Swati.

Con i missionari, a Città del Capo arriva anche un quadro della Consolata (nella foto). Una tradizione dice che sia stato un dono del fondatore, il beato Giuseppe Allamano, ai missionari in Etiopia, e che mons. Luigi Santa, già vescovo Gimma (fino al 1941), e poi di Rimini, lo abbia conservato come caro ricordo e poi dato ai pionieri di Città del Capo, dove la casa per studi è benedetta nel 1949. Quel quadro diventerà come la «bandiera» dell’Imc in Sudafrica.

Inizio della nostra presenza di evangelizzazione

Il 10 marzo 1971 arrivano in Sudafrica i padri Giovanni Viscardi e Giovanni Berté, rispettivamente dalle missioni del Tanzania e del Kenya. La prima missione è Piet Retief, al confine con lo Swaziland, dal 2018 chiamato Eswatini (in lingua locale: Umbuso weSwatini, regno degli Swazi). Da lì l’evangelizzazione prende due indirizzi: rurale e urbano.

Damesfontein (1972-2009) è il simbolo dell’evangelizzazione rurale attraverso la creazione di piccole comunità, l’accompagnamento spirituale, la formazione di catechisti e leader, il tutto unito alla promozione umana, all’impegno per la salute e la scuola.

Quella urbana comincia con un’équipe di quattro missionari nel 1991 nella vasta zona di Newcastle, Kwa-Zulu-Natal, e partecipa attivamente al cammino del nuovo Sudafrica, inaugurato da Nelson Mandela il 27 aprile 1994. Il ministero dei missionari è un lievito che forma catechisti, leader di settori e organizzazioni di comunità sia nella parrocchia che per la città.

Animazione missionaria e vocazionale

Nel 1995 i missionari della Consolata aprono nell’arcidiocesi di Pretoria, a Waverley e Mamelodi, con lo scopo di farsi conoscere di più in Sudafrica, dare un po’ di grinta missionaria alla chiesa locale e, possibilmente, accogliere anche giovani che vogliano condividerne la missione. Nel 2004 aprono a Daveyton (township), raggiungendo così il cuore politico e sociale del paese.

Il seminario di teologia

Pur non avendo vocazioni sudafricane, i missionari fondano un seminario teologico interculturale a Merrivale (Durban), che può ospitare una dozzina di seminaristi da varie parti del mondo. È il 1° settembre 2008, primo giorno di primavera in Sudafrica. I giovani seminaristi provenienti da diverse nazioni, sono un segno della primavera dell’evangelizzazione di questa nazione multirazziale e multireligiosa.

Un vescovo della Consolata

Il 18 aprile 2009, il padre argentino José Luis Gerardo Ponce De Leon, è ordinato vescovo del Vicariato di
Ingwavuma. Nel novembre 2013 diventa vescovo di Manzini (la capitale del regno di Eswatini) 2013. Dal 2016 gli Imc sono con lui nel piccolo regno.

Missione sempre nuova

Il movimento dei popoli della terra non finisce mai. L’immigrazione è all’ordine del giorno, e tanti rifugiati e migranti da vari paesi africani confluiscono in Sudafrica. La loro presenza è significativa nelle missioni della Consolata, specialmente a Mamelodi (Pretoria), Daveyton (Johannesburg) e Manzini. Sono sfide sempre nuove, rese più impegnative oggi da crisi economiche che aumentano la xenofobia, e dalla pandemia del Covid-19, che colpisce duramente il paese.

A volte si ha la sensazione di essere impreparati di fronte a sfide così grandi, ma la paura non può paralizzare la missione.

Con il continente africano per il mondo

Per i missionari della Consolata, celebrare 50 anni di presenza in Sudafrica è anzitutto ringraziare per il cammino fatto. Tanti dei missionari dei primi giorni ci hanno lasciato e sono in cielo a ricevere il premio dei servi fedeli e, da lassù, fanno il tifo per noi. Ma la missione continua e il Signore manda forze nuove che non solo sono servi di speranza e fraternità in Sudafrica, ma seminano consolazione in tante parti del mondo, Europa compresa.

Lode al Signore e alla nostra Madre Consolata.

da appunti di padre Rocco Marra,
superiore del gruppo in Sudafrica

PS: «Sanibonani» (significa «ti vedo, riconosco la tua presenza») è il tipico saluto in lingua zulu.