DOSSIER ANZIANI Jeanne Jugan e le “Piccole sorelle dei poveri”

Le «Piccole sorelle dei poveri» sono nate 160 anni or sono nella Francia nord occidentale, in Bretagna, a Saint-Servan, 70 km a nord di Rennes. Furono fondate da Jeanne Jugan, nata a Cancale, un vicino villaggio di pescatori nel 1792, tredici anni dopo la rivoluzione francese. Secondogenita di quattro fratelli, per aiutare la madre rimasta vedova del marito marinaio mai più ritornato da un viaggio di pesca, Jeanne, ancora adolescente, va a servizio nelle case. È la vita che le indica la strada.
Quando la giovane inizia l’avventura di servire gli anziani, che lei definiva «un’opera non ancora conosciuta», è la seconda metà del XIX secolo e l’avvento della società industriale e del capitalismo selvaggio. Sono gli anni che vedono lo sviluppo vertiginoso delle banche. Scrisse A. Dumas (figlio) che «la borsa diventò per quelle generazioni ciò che erano le cattedrali per il Medio Evo». C’è la corsa a depositare denaro nelle banche e la ricchezza accumulata nelle mani dei ricchi genera miseria tra la povera gente. Lo sfruttamento nelle miniere e nelle industrie tessili e manifatturiere o nei latifondi è la causa della povertà che si diffonde a macchia d’olio. Molti marinai, come il padre di Jeanne, vivono di pesca in mare aperto e spesso non tornano più a casa, lasciando vedove e figli senza sostegno e senza futuro, prede privilegiate della miseria e dei profittatori.
Nel 1832 nella cittadina di Saint-Servan, dove vive Jeanne Jugan, l’ufficio di beneficenza del comune aiuta oltre 2.000 poveri. Nel 1837, cinque anni dopo, diventano oltre 3.500 su una popolazione di 9.000 abitanti. Oltre un terzo degli abitanti cade in miseria senza che nessuno si occupi di loro. L’unica istituzione prospera è la banca che assicurava rendite per un futuro senza problemi. Non esistono previdenze, stato sociale, servizi di alcun genere, ma solo l’ufficio di carità in qualche comune.

Per contestare un mondo fondato sul «dio denaro», che si nutre della miseria generata dallo sfruttamento dei poveri, nel 1842 Jeanne Jugan fonda la congregazione delle «Piccole sorelle dei poveri» con l’unico scopo di assistere e servire gli anziani poveri, di cui vuole essere sorella. Qui sta il motivo del nome della sua opera: «piccole sorelle», cioè non padrone, non responsabili, non capi, non direttrici, ma solo «sorelle» che devono essere anche «piccole», perché di fronte ai poveri si deve stare in ginocchio. Il «povero» è Dio in persona e come si serve e si ama Dio si deve servire e amare i «poveri». Amare e servire i poveri come una familiare, una sorella, fu la vocazione di Jeanne a cui non solo resta fedele durante tutta la sua lunga vita (visse 86 anni), ma alla quale sono coerenti ancora oggi le oltre 3.000 suore sparse in tutti e cinque i continenti.
Per mantenersi vivono di «questua»: dipendono cioè ogni giorno dalla carità del prossimo. In un mondo di false certezze, Jeanne dichiara con la sua vita che tutto è provvisorio e che durante la provvisorietà della vita, «nessun uomo è un’isola», perché tutti sono interdipendenti e responsabili gli uni degli altri: nessuno può vivere da solo, ricco o povero, perché da soli siamo solo capaci di perderci, mentre insieme possiamo salvarci, condividendo la mensa della vita e il panorama della dignità.
Chi sceglie e ama il povero che aveva detto: «Avevo fame… avevo sete… ero nudo… senza casa… e mi avete assistito… Quando Signore?… Tutte le volte che lo avete fatto ad un povero lo avete fatto a me…» (Mt 25, 34-40), non può perdersi dietro gli onori del mondo, ma può consumarsi soltanto nell’amore e nel servizio dei poveri, immagine e sacramento di Dio.
Alcuni mesi prima di morire, Leone XIII, il papa dell’enciclica Rerum Novarum (1891), la prima enciclica di carattere sociale, approva le costituzioni della nuova congregazione fondata da una donna che ascoltando i bisogni del suo tempo, sa anticipare tutti i principi della dottrina sociale della chiesa, facendo la scelta privilegiata dei poveri come via maestra della fedeltà al Dio del vangelo (Rerum Novarum, 2; Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam Actuositatem, 8/944; Gaudium et Spes, 27/1403-04).
Oggi di fronte alle file degli indigenti che affollano le strade delle nostre città chiedendo l’elemosina; oggi di fronte alla massa di immigrati che bussa alle nostre porte per mangiare le briciole che cadono dalla mensa dei ricchi gaudenti, la figura di Jeanne Jugan si staglia come una lucerna sul candelabro (Mt 5,15) a ricordare che gli anziani non sono merce scadente da cestinare, ma sono lampade ad olio preziosissime, di pregiata fattura che illuminano la vita anche di coloro che non sanno vedere.

Jeanne è una semplice popolana che grida con la sua vita di silenzio e di piccolezza la dirompente profezia di non lasciarsi ammaliare dalla corsa all’arricchimento facile, causa di tante sofferenze e ingiustizie, ma vi si oppone con il coraggio dei profeti biblici che si ergono contro gli idoli, armati soltanto della loro vita che insieme ad ogni affanno gettano sul loro Dio (Sal 55/5,23).
Avendo scelto Dio come Signore unico, Jeanne, profeta dell’economia utopica non può avere padroni, ma per scelta sa farsi serva degli anziani poveri, cioè di quell’umanità che non conta, ma sulla quale i padroni di ogni tempo costruiscono la loro ingiusta ricchezza (Lc 16,9).
Muore nel 1879 a 86 anni, dimenticata da tutti, messa in un angolo da chi si appropriò della sua opera negandole anche il titolo di «fondatrice». Al prete che le rubò i meriti e la sua opera, privandola anche della autorità sulla congregazione, disse: «Voi mi avete rubato l’opera mia, ma io ve la dono con tutto il cuore», consapevole che Dio l’aveva chiamata non alla gloria, ma al servizio dei poveri.
Paolo Farinella

Gli indirizzi
Le «Piccole Sorelle dei Poveri»
in Italia sono a:
• Genova, Via Filippo
Corridoni 6 (foto a lato)
• Torino, Corso Francia 180
• Firenze, Via Andrea
del Sarto 15
• Bologna, Via Emilia
Ponente 4
• Messina, Via Emilia 25
• Acireale, Viale dello Ionio 34
• Roma, Piazza San Pietro
in Vincoli 6 (Casa provinciale)
• Marino (Roma), Corso Vittoria
Colonna 72 (Noviziato).

Paolo Farinella

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