Israele/Palestina e la «181» del 1947

Egregio direttore,
commento la risposta alla
mia lettera (Missioni Consolata,
settembre 2002).
1) Dossier di giugno sul
Medio Oriente: apprezzato
da incolpevoli filoarabi
e filopalestinesi, come è la
maggioranza dei media e
dei politici fin dai tempi di
Andreotti (forse per la nostra
dipendenza da petrolio
e gas).
2) Sì alla pietà cristiana
per le vittime delle azioni
militari israeliane (condannando
gli eccessi).
Nessuna pietà per i kamikaze
e terroristi, siano
essi palestinesi, baschi, ceceni,
dell’IRA o di Bali.
Non metterei sullo stesso
piano vittime e carnefici.
3) Di Mary Robinson
non mi interessa la storia
personale, ma quello che
ha detto sugli ebrei.
4) Ho letto un paio di
volte Nigrizia e mi basta:
dovrebbe fondare un partito
politico; la leggerei
più volentieri.
5)1882: inizia la colonizzazione
ebraica della Palestina.
29 novembre 1947:
l’Onu approva la risoluzione
181 (Palestina-Israele-
Gerusalemme zona
internazionale). 14 maggio
1948: Ben Gurion proclama
lo stato d’Israele, ed
è subito guerra, perché gli
stati arabi non accettano
lo stato di Israele (se non
sbaglio, ancora oggi sulle
carte geografiche arabe
non esiste Israele)… Da
qui sono nati tutti i guai
per i palestinesi, che dovrebbero
ringraziare i loro
«fratelli arabi».
Non ho mai letto questo
su Missioni Consolata,
oppure mi è sfuggito.

A tutti può sfuggire
qualcosa… Su Missioni
Consolata, dicembre
1998, si legge: «Chiaro,
nel 1947, era il progetto
dell’Onu di costituire in
Palestina uno stato arabo
e uno ebraico. Ma il progetto
fu respinto dai palestinesi:
un grave errore,
perché impedì la nascita
di uno stato palestinese».
La risoluzione 181 dell’Onu
del 1947 e il dramma
dei palestinesi (derivato
dal rifiuto degli stati
arabi) vengono ricordati
anche da Missioni Consolata,
giugno 2002.
A proposito di vittime e
carnefici, si veda la lettera
di Max, da Brescia, a pagina 9.

Rinaldo Banti

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