Noi stiamo con Noè

Disse Dio a Noè: «Questo è un mondo avvelenato da affogare».
E così fu. Poi Noè rigenerò la terra…
Al patriarca biblico hanno pensato alcuni giovani tecnici di Torino
di fronte ad un pianeta nuovamente inquinato,
condannato ad un altro diluvio. A meno che…

Da convegni nazionali e inteazionali emerge sempre di più la necessità di trovare con urgenza energie alternative. Esse sono necessarie per tutti, ma specialmente per i popoli disagiati nel sud del pianeta. È un dovere morale, non rinviabile, aiutare queste genti.
Chi ha trascorso un po’ di tempo in un paese del terzo mondo (ospite magari di qualche missionario) racconta, al suo rientro, come questa esperienza sia stata arricchente. Ma, a tale fine, bisogna lasciarsi catturare dall’atmosfera che si respira in quelle terre e vedere le cose da un punto di vista completamente nuovo, conferendo un valore diverso alla vita, al tempo, al denaro. È necessario liberarsi dai propri numerosi condizionamenti, imparare a giornire del poco che c’è e a condividerlo.
Si rileva, soprattutto, la grave situazione di povertà in cui vive, ad esempio, la grande maggioranza degli africani. Nel contempo, affascinano gli spazi immensi e la bellezza della natura, mentre si prova rabbia nel vedere come le potenziali ricchezze della terra non siano debitamente sfruttate. Spesso ci si ferma, impotenti, di fronte a realtà ritenute immutabili.
L’amicizia con i missionari della Consolata e la collaborazione con dei volontari hanno suscitato, in alcuni giovani amici di Torino, interrogativi profondi; hanno avvertito la necessità di trovare, pur nei loro limiti, delle valide soluzioni a qualche problema del nostro pianeta.
L’inquinamento dell’ambiente, ad esempio.

In molti paesi dell’Africa (e non solo) esiste una massa di persone impoverite anche dal progressivo inquinamento ambientale, dovuto anche allo sfruttamento indiscriminato del territorio. Per gli abitanti, già costretti ad un’esistenza precaria, si aggiungono altre difficoltà, dato il rapporto di forte dipendenza economica con l’ambiente. Allora diventa indispensabile favorie lo sviluppo privilegiando il reperimento di nuove forme d’energia.
A tale scopo, il suddetto gruppo di amici di Torino ha deciso di lavorare con impegno per offrire un aiuto positivo e una speranza concreta. Da qui è nata l’idea di fondare l’Associazione culturale e umanitaria «Noè», che svolge ricerche finalizzate alla valorizzazione dell’habitat nel sud del mondo, grazie a confronti d’idee e sperimentazioni di nuovi progetti.

Tra le iniziative dell’Associazione «Noè», un progetto è particolarmente significativo.
In breve: si tratta di effettuare un tour con mezzi di trasporto sperimentali ad energia alternativa che, partendo dall’università di Tolosa, attraversi l’Africa e raggiunga l’università di Kinshasa, nella repubblica democratica del Congo; da qui, costeggiando l’Africa orientale, rientrare a Torino dopo aver toccato città, villaggi sperduti e missioni tra le più bisognose.
Il viaggio si prefigge, come scopo primario, di fornire informazioni tali da favorire la presa di coscienza di uno dei più grandi mali del terzo millennio: l’inquinamento ambientale, prodotto da emissioni di gas nocivi.
Sovente, però, tale problema viene proposto in maniera non consona alla realtà, provocando disinteresse. Sono ormai numerosi i trattati che, confortati da inoppugnabili dati, mostrano a livello mondiale i disastri ambientali, tra i quali: il surriscaldamento della terra e il recente susseguirsi di sconvolgimenti meternorologici in ogni parte del pianeta, Italia inclusa.
Chiunque consideri l’ambiente la casa dell’uomo e un dono di Dio da salvaguardare anche per i propri figli e nipoti intuisce facilmente gli ideali del progetto di «Noè».
L’intento è quello di sfruttare il sapere e le tecnologie disponibili, al fine di rallentare (almeno) il processo d’inquinamento, destinato altrimenti ad un irreversibile incremento. «Noè», pertanto, intende convogliare subito gli sforzi là dove le condizioni sociopolitiche sono più vulnerabili e minore importanza viene attribuita al problema.
Il «testimone» di questa operazione sarà «una colonna di veicoli sperimentali», spinti da propulsori ad energia alternativa, cioè ad idrogeno.
Durante il viaggio verranno fotografate e documentate le varie situazioni di povertà, le realtà missionarie, le necessità energetiche delle popolazioni. Le informazioni raccolte potranno essere divulgate in tempo reale con un browser web e opportuni programmi televisivi.
Nel frattempo sarà possibile analizzare il territorio e i bisogni energetici più urgenti dei luoghi visitati, studiando così la possibilità di realizzare in loco sistemi alternativi, come centrali eoliche, solari od idriche.

L’Associazione «Noè», in sinergia con studi tecnici italiani, oltre alla campagna di sensibilizzazione, cornordinerà il progetto e ne curerà l’attuazione sino al collaudo finale. Inoltre, in stretta collaborazione con varie facoltà universitarie e alcuni missionari della Consolata, provvederà alla formazione di tecnici locali, al fine di dare «un valore aggiunto» agli sforzi profusi e garantire, soprattutto, che le opere durino nel tempo.
Il 29-30 settembre 2000 l’iniziativa è già stata presentata all’università di Parigi da Luigi Toscano, presidente dell’Associazione «Noè», su invito di Antonio Gioelli, rettore magnifico dell’università.
L’Assemblea universitaria, favorevole al progetto, ha delegato quale cornordinatore tecnico della progettazione l’ingegnere Massimiliano Longo, direttore generale del «Centro per le ricerche ed energie alternative» di Bruxelles.
L’elemento cardine del progetto sarà il motore ad idrogeno, brevettato negli anni ’70 dallo stesso ingegner Longo e riconosciuto come valido dal premio Nobel 1977 Giulio Natta, collaboratore scientifico dell’Università europea del lavoro di Bruxelles (Uet).

L’Associazione «Noè» si rivolge a quanti credono che si possa (anzi si debba) rispettare la terra e le risorse che il Creatore vi ha elargito, usandole non solo per i propri bisogni, ma anche con metodi di conservazione, onde garantire anche ai posteri un mondo più vivibile e «a misura d’uomo».
«Noè» sollecita tutti ad unire al più presto le forze, per ingaggiare una «crociata» contro l’inquinamento. Purtroppo sono brutte le notizie giunte dall’Aja, durante la Conferenza mondiale sui mutamenti climatici (24-26 novembre 2000): Stati Uniti ed Europa hanno penosamente litigato, mancando l’accordo per ridurre i gas che producono l’effetto serra.
D’altro canto, non è più possibile ascoltare le notizie allarmanti dei mass media e pensare: «Sono problemi troppo grandi per noi. Non possiamo farci nulla!». Al contrario, ognuno deve assumersi la sua responsabilità e dire «basta!» per mutare politica.
È risaputo che una fresca, limpida e pura sorgente d’acqua di montagna è costituita da tante piccole gocce.

Luigi Toscano

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