Un sogno avverato

Le Suore di Maria
Immacolata arrivano in Italia
.
Fondate nel 1918 a
Nyeri, in Kenya, da monsignor Filippo Perlo, uno dei primi quattro missionari
della Consolata in Africa, le suore missionarie di Maria Immacolata sbarcano in
Italia. Frutto della missione italiana in Africa: segno della Chiesa che modifica,
e a volte inverte, le sue traiettorie.



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«Il nostro fondatore è
senz’altro felice di vederci aprire una comunità nella terra dei suoi antenati».

Fondate nel 1918 in Kenya da un missionario della Consolata, monsignor
Filippo Perlo, le suore di Maria Immacolata hanno aperto la loro prima missione
in Italia.

Incontriamo la loro Madre generale, suor Mary Isaac Waithira, al suo
arrivo a Roma per la costituzione della nuova comunità di tre suore pioniere
nella Diocesi di Termoli.

Una grande gioia

«Venire in Italia non è stato facile», dice suor
Isaac. «C’è voluto un cammino arduo per poter realizzare il sogno di venire
nella terra del fondatore. Ho sempre pensato: “Chi potrà portarci nella patria
del nostro fondatore e quando?”. Ho sempre sentito dentro di me che noi eravamo
debitrici ai primi missionari. Penso che anche mons. Perlo non fosse contento
di noi per il fatto che non fossimo ancora venute in Italia».

Suor Mary ci confida che sarà bello per la sua congregazione celebrare
il Centenario della loro fondazione festeggiando quello che lei definisce «un
magnifico sogno avverato». È convinta infatti che è il Signore ad aver aperto
loro la strada per l’Italia.

«Siamo riconoscenti ai missionari che sono venuti da noi, e vorremmo
restituire, nel piccolo modo a noi possibile, ciò che abbiamo ricevuto». Sul
suo viso si legge una gioia profonda, e una grande gratitudine verso il Signore
che le ha chiamate, e verso il vescovo, mons. Gianfranco De Luca, che le ha
ricevute nella sua Diocesi. «Vedere le mie suore in una comunità italiana è una
gioia indescrivibile. Non so come ringraziare il vescovo per averci accolte in
una delle sue parrocchie».

L’ora di Dio

All’avvicinarsi del Centenario, molte persone si
chiedevano perché le suore di Maria Immacolata non avessero nessuna comunità
nel paese natale di mons. Filippo Perlo. La Madre generale dice semplicemente: «L’ora
di Dio è la migliore. Lui ha voluto che questo grande passo nella storia della
nostra Congregazione si realizzasse ora. Sì, penso proprio che Dio l’abbia voluto
oggi». Senza nascondere la sua soddisfazione, la Madre dice che anche il modo
con cui sono state accolte nella diocesi, e ancor più nella parrocchia di
Guardialfiera, ha mostrato loro che era esattamente questa l’ora giusta del
loro arrivo.

«Sono molto contenta perché Dio ha reso possibile
il nostro essere qui. Il modo con cui il vescovo ci ha accolte è
inimmaginabile: non abbiamo mai avuto una tale accoglienza da nessun altro
vescovo».

Il loro fondatore diceva sempre di non aver paura
di uscire e andare in altri posti, perché Cristo avrebbe sempre aperto loro le
porte. «Aprendoci le porte dell’Italia, penso che il Signore ci stia offrendo
un’opportunità feconda per ripagarlo, servendo fedelmente quella comunità da
cui noi stesse siamo state servite in passato».

Un futuro luminoso di grandi sentimenti

«Oggi sogno di seguire i nostri fratelli missionari della Consolata a
Taiwan. Sarebbe bello essere presenti in Cina, in Asia, nell’America del Sud, e
in tutte le nazioni africane possibili: siamo missionarie chiamate ad andare, a
predicare la Buona Notizia dappertutto».

L’ottimismo di suor Waithira è lo specchio dell’ottimismo di tutta la
sua congregazione che vede nella loro venuta in Italia una chiave per aprire
nel futuro tante altre porte per altre nazioni e continenti.

«La nostra vita e il nostro sogno consiste in un autentico servizio al
popolo di Dio in tutta la terra e ora vedo che ciò comincia ad avverarsi».

Ella vede il futuro del suo istituto molto luminoso e prega il
fondatore di intercedere perché il Signore gli conceda di raggiungere gli
estremi confini del mondo.

«Mi sento molto realizzata e animata: riconosco le meraviglie di Dio e
in esse la conferma che egli concede tutto ciò che gli si chiede. Per questo il
nostro futuro è limpido e splendente».

Sfide e speranze

Ora che la nuova comunità si è stabilita, suor Mary Isaac, oltre che
delle speranze, parla anche delle sfide che le sue consorelle affronteranno.

«Le mie missionarie sono pronte per un duro
cammino. Vivere in Europa non è facile, ma è possibile perché la gente è buona
e ci darà la possibilità di servirla».

Pensa ad esempio al grande lavoro richiesto per
raggiungere i giovani: «Le suore dovranno sviluppare l’abilità di stabilire
contatti con la gioventù per mostrare loro la vera vita». E continua: «La gente
ha bisogno di vedere Cristo in loro; lo Spirito Santo sosterrà il loro
entusiasmo e lo shock culturale si cambierà in gioia: confido molto in loro»,
dice con un sorriso.

Una parola alle suore pioniere

Augurando ogni bene alle suore Lydia Macharia,
Mary Maguta e Piera Njoki, la Madre generale dice loro: «Voi siete state
benedette per aprire una nuova pagina nella storia della nostra Congregazione.
Siate forti come lo era il nostro fondatore; amate la gente; aiutate i vecchi;
visitate gli ammalati e accogliete la gioventù nel vostro convento. La gioventù
ha bisogno di persone che sappiano mostrare il Cristo; siate pazienti e non
stancatevi mai di servire».

Invocando poi benedizioni e preghiere per le tre
suore dice: «Prego che rimaniate forti in tutte le difficoltà. Preservate la
vostra identità di suore di Maria Immacolata e il Signore vi benedirà. Il
nostro fondatore, mons. Perlo, e Maria nostra Madre vi accompagneranno sempre».
E infine conclude: «Rimanete radicate profondamente nella grazia di Dio per
mantenere vivo quel nostro sogno dorato che si è ora avverato».

Joseph Caesar
missionario della Consolata

 


Suore di Maria Immacolata
 

Congregazione africana fondata a Nyeri, Kenya, da mons.
Filippo Perlo, nel 1918 per rispondere all’aspirazione di cinque ragazze ad
accogliere la chiamata di Gesù a seguirlo nella vita religiosa.

Attualmente le suore di Maria Immacolata sono presenti in
Kenya, Uganda, Tanzania, Stati Uniti d’America e Italia. Nella zona dell’Africa
orientale lavorano in dieci scuole primarie e tre secondarie, in tre
orfanotrofi, due ospedali e cinque dispensari. Foiscono anche la formazione
professionale attraverso tre centri e aiutano giovani uomini e donne poveri a
frequentare studi di livello universitario.(sistersofmaryimmaculate.org)


Mons. Filippo Perlo

Nato a Caramagna Piemonte (Cn) l’8 febbraio 1873, nel 1902
entrò nell’Istituto Missioni Consolata e partì per il Kenya, dove, in 22 anni,
diede un impulso formidabile allo sviluppo della Chiesa locale. Tra le iniziative,
anche la fondazione delle suore di Maria Immacolata di Nyeri. Alla morte
dell’Allamano nel 1926 divenne superiore generale dell’Imc. Durante la visita
apostolica del 1930 si ritirò a Roma. Morì il 4 novembre 1948.

Partito col primo drappello di quattro missionari
destinati al Kenya, padre Filippo Perlo raggiunse Tuthu, villaggio del capo
kikuyu Karuri, la sera del 28 giugno 1902.

Come
superiore del gruppo l’Allamano aveva scelto padre Tommaso Gays; ma il capo
naturale e motore trainante risultava a tutti Filippo Perlo, che l’anno
seguente fu nominato superiore.

Sapeva
trattare con le autorità locali e coloniali senza lasciarsi condizionare; con
intelligenza, diplomazia e un po’ di furbizia contadina, riusciva a ottenere il
massimo e concedere l’indispensabile. Sognava una rete di missioni, distanti
una giornata di cammino una dall’altra (secondo la regola imposta dal governo
coloniale), entro cui abbracciare tutta la regione dei Kikuyu […]. Capiva che
quello era l’unico modo per non restare esclusi a causa degli insediamenti
protestanti. A un anno e mezzo dall’arrivo in Kenya erano nate sette missioni,
un collegio per catechisti, una segheria e una fattoria agricola in embrione.

All’inizio
del 1904 i missionari si radunarono a Fort Hall (oggi Murang’a) e gettarono le
basi del loro metodo di apostolato: formazione d’ambiente, cura dei malati,
visite giornaliere ai villaggi, scuole, soprattutto di arti e mestieri,
formazione di catechisti. Principi e regole diventate punto di riferimento fino
ai nostri giorni. […] Il 14 settembre 1905, […] fu creata la missione
indipendente del Kenya e quattro anni dopo fu eretta a vicariato: padre Perlo
fu nominato vicario e consacrato vescovo.

Il
consolidamento del lavoro tra i Kikuyu mise le ali a mons. Perlo, deciso a
estendere l’attività missionaria ad altre etnie. Nel 1911 visitò la regione del
Meru, ancora sconosciuta; individuò varie località adatte in cui fondare nuove
missioni e, superati ostacoli e reticenze da parte delle autorità governative,
vi inviò i primi quattro missionari per iniziare l’evangelizzazione dei Meru.

[…]
Intanto l’attività dell’Istituto si estendeva all’Etiopia (1916) e Tanzania
(1919). Mons. Perlo metteva a disposizione i suoi migliori missionari; da
Torino veniva consultato o suggeriva nuovi progetti e mezzi per attuarli. Al
tempo stesso il vescovo escogitava per il vicariato una miriade di iniziative e
ne controllava strettamente l’esecuzione. Tra di esse la fondazione della
congregazione delle suore di Maria Immacolata di Nyeri (1918).

Alla
morte dell’Allamano divenne superiore generale dell’Istituto. Roma lo fece
ritirare dalla carica nel 1930. Morì [a Roma] nel 1948.

Adattato da
 MC, Speciale 100 anni, febbraio 2001.

Joseph Caesar

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