Rádio Monte Roraima, Microfoni Liberi

Storie e volti di radio / 4


Nata nel 2002, Rádio Monte Roraima è un’emittente di Boa
Vista, capitale dello stato brasiliano di Roraima. Il suo obiettivo è di
informare con qualità, etica e imparzialità. E avendo un’attenzione particolare
verso i meno fortunati, i diritti umani e l’ambiente. Come dimostra il suo
appoggio alla lotta contro «Bem Querer», la centrale idroelettrica che dovrebbe
sorgere sul Rio Branco.

Boa Vista. Sarà per il cielo terso o per il fatto di essere all’equatore, ma la
luce del giorno è intensissima. Il sole scalda, però risulta ancora piacevole.
Siamo a pochi passi dal Rio Branco e a lato della chiesa Madre (igreja Matriz) della città. Su un muretto di cinta sono disegnati, a tinte pastello,
il logo e il nome di Rádio Monte Roraima. Mentre una targa in tre lingue
ricorda ai visitatori che l’edificio in cui stanno per entrare è stato
costruito nel 1920 ed è dedicato a Giovanni XXIII.

L’entrata, ariosa e semplice, ha pareti color azzurro
intenso. Di lato un piccolo busto ricorda il beato Giuseppe Allamano, fondatore
dei missionari della Consolata. Poco più in là, appesi uno accanto all’altro,
ci sono due quadretti in cui la radio si presenta. Costituiscono una sorta di
biglietto da visita e una dichiarazione d’intenti, chiara e completa. In uno si
raccontano visione e missione, nell’altro si elenca, punto per punto, la linea
editoriale che l’emittente si è data.

Rádio Monte Roraima vuole – si legge – «essere un
riferimento per una comunicazione di qualità nello stato di Roraima.
Contribuire alla trasformazione sociale attraverso una programmazione
credibile, aperta, diversificata e partecipativa, in difesa della giustizia
sociale, dell’ambiente, dei diritti umani e della fede cattolica. Privilegiare
il servizio in favore della vita e della cittadinanza. Dare voce ai meno
favoriti. Produrre e diffondere informazione, formazione e intrattenimento con
qualità, etica e imparzialità. Contribuire al progresso sociale, culturale,
artistico e religioso della società».

La creazione di RádioMonte Roraima non è stata né facile
né rapida. Sulla necessità di disporre di un mezzo d’informazione aveva infatti
iniziato a ragionare mons. Aldo Mongiano, vescovo di Roraima dal 1975 al
1996.

«Negli ultimi anni a Roraima – scrive Mongiano nella sua
autobiografia -, pensai che una radio sarebbe stata utile per la Diocesi,
affinché costituisse un’alternativa ai mezzi di comunicazione locali,
totalmente nelle mani del potere politico. Parlai con persone competenti che mi
suggerirono di costituire una fondazione culturale educativa, che sarebbe stata
responsabile della radio, senza esporre la Diocesi ed il vescovo agli attacchi
degli ascoltatori»1.

Nel febbraio del 1991 la diocesi di Roraima costituisce
la «Fondazione educativa culturale Giuseppe Allamano», che tra i suoi obiettivi
ha anche la radiodiffusione. Finalmente, 12 anni dopo, il 29 dicembre del 2002,
nasce «Rádio Monte Roraima Fm 107,9».

Oggi l’emittente è una realtà consolidata forte di un
numero crescente di ascoltatori. Il suo direttore è una giovane giornalista di
nome Janaina Souza. «Nella radio la maggioranza dei collaboratori sono uomini e
dunque avere un direttore donna è una sfida ancora maggiore», ci dice con un
sorriso.

Non soltanto
informazione

Con la formazione e l’intrattenimento, l’informazione è
uno dei tre pilastri della programmazione di Rádio Monte Roraima. Ci sono due
radiogiornali al giorno – Joal
da manhã e Joal da tarde – prodotti da un piccolo
gruppo di giornalisti. Inoltre, l’emittente trasmette un notiziario nazionale (Joal Brasil hoje) in
collegamento con Rádio Aparecida, un’emittente di San Paolo che lo produce per la Rede Católica de Rádio, un
network di radio cattoliche brasiliane.

«Oltre ai radiogiornali – spiega Janaina -, abbiamo
programmi educativi e culturali, ma anche di intrattenimento. Siamo inoltre
l’unica radio dello stato che ha un programma per bambini, Cantinho da criança
(L’angolo dei bambini), trasmesso il sabato. Il lunedì abbiamo invece un
programma, A voz dos povos indígenas (La voce dei popoli indigeni), dedicato agli indigeni».

Dom Roque Paloschi, vescovo di Roraima, ha un programma
di 5 minuti ogni mattina dal lunedì al venerdì: Palavra de vida (Parola
di vita). Padre Gianfranco Graziola affronta invece le tematiche sociali nel
programma Justiça e paz (Giustizia e pace).

La diga «Bem Querer»

Da tempo a Roraima si discute della costruzione sul Rio
Branco della centrale idroelettrica denominata Bem Querer, che
significa «Ben Volere», un nome che suona ironico, considerando la grande
opposizione che l’opera sta incontrando tra la popolazione locale. La centrale
rientra nel Pac2 (Plano de Aceleração
do Crescimento, Piano di accelerazione
della crescita) del governo brasiliano e dovrebbe sorgere a Caracaraí, 125
chilometri da Boa Vista, in prossimità delle rapide (Corredeiras do Bem Querer)
dichiarate sito archeologico dall’«Istituto del patrimonio storico e artistico
nazionale» (Iphan)2. La sua costruzione avrebbe effetti pesanti su
popolazioni, ambiente e clima.

Poiché Rádio Monte Roraima ha tra i suoi obiettivi
dichiarati la difesa dell’ambiente, chiediamo un parere a Janaina. «Il Rio
Branco – spiega la direttrice – è il nostro fiume, quello dove tutti noi
facciamo il bagno. Oggi il progetto della diga lo pone in un pericolo serio.
Per questo moltissimi si stanno unendo per cercare di fermare quest’opera, a
cominciare dal movimento Puraké3, che è
anche il nome di una nostra trasmissione. Noi contestiamo che tutto sia stato
fatto in segreto, senza un coinvolgimento delle persone che saranno colpite
dalla sua costruzione. Chiediamo trasparenza».

Facciamo notare a Janaina che opporsi alla diga è una
scelta politica. «Rientra nei nostri compiti dare voce ai meno favoriti. E chi
sono i meno favoriti dalla costruzione della centrale? Sono i ribeirinhos, i
pescatori, gli indigeni, cioè tutti coloro ai quali la radio vuole dare voce»4.

La libertà fa
«audience»

Credibilità, imparzialità, indipendenza.
Praticamente ogni media afferma di possedere queste caratteristiche.

Chiediamo a Janaina se la radio abbia mai
avuto problemi con il potere politico, che a Roraima non ha mai brillato né per
onestà né per vicinanza ai più deboli. Lei tentenna. Forse preferirebbe evitare
di rispondere. Alla fine dice: «Sì, abbiamo avuto problemi, soprattutto durante
gli anni dell’omologazione della terra indigena Raposa Serra do Sol. Ci
minacciavano. Non volevano parlare con i nostri inviati».

La direttrice si riferisce agli eventi accaduti prima e
dopo il 2005, quando l’allora presidente Lula firmò il decreto di omologazione
di Raposa, ben 12 anni dopo l’identificazione dell’area, abitata dalle etnie
macuxi, wapixana, ingarikó, taurepang e patamona.

«Non è facile – conclude Janaina – essere una radio
slegata dal potere politico. Noi rispondiamo soltanto alla Fondazione Giuseppe
Allamano. Il pubblico è con noi e ci sta premiando con un ascolto sempre
maggiore».

A Rádio Monte Roraima la libertà costa, ma fa «audience».

Paolo Moiola*

Paolo Moiola