Cari missionari

Dono
inaspettato

Un caro saluto dal Congo. In questi giorni, in occasione del compleanno dell’amico Rolando Bianchi, capitano del Torino, un gruppo di suoi fans mi ha inviato un’offerta. Questa è la mia email a loro.
Carissime e carissimi
del Rolly Girls & Boys,
grazie di cuore del regalone che avete fatto al capitano Rolando in occasione del suo compleanno e che avete con gioia inviato a me in Congo, obbedendo così al desiderio dell’amico Rolly.
Da circa 20 anni vivo in Congo, un paese grande quasi 7 volte l’Italia, popolato da gente simpatica e accogliente, ricco di tante bellezze naturali, di foreste immense, di fiumi, di tanti minerali, ma dove la maggioranza della gente vive ancora una vita che non è degna di essere chiamata umana, con grosse difficoltà sociali, economiche e politiche.
Davanti a tutta questa problematica noi missionari ci sentiamo piccoli, senza mezzi adeguati per cambiare questa realtà. Anche se siamo come una goccia nell’oceano, continuiamo a vivere con la nostra gente: si lavora, si prega, si anima, si sogna un Congo nuovo! Insieme crediamo a un futuro più degno e più bello di quello di oggi che è ancora pieno di dolore, di ingiustizie, di sofferenze. Siamo impegnati nel campo della salute, della scuola, dell’acqua, dell’agricoltura, delle strade, della formazione umana e cristiana, della responsabilità civile, della giustizia e della pace, e anche dello sport, soprattutto con ragazzi e giovani!
Grazie allora del vostro dono, segno d’un cuore buono e sensibile alla sofferenza degli altri.
Assicuro la mia preghiera per voi, i vostri cari, il capitano e per tutto il Torino! La Madonna Consolata patrona di Torino accompagni voi e il Grande Torino!
P. Rinaldo Do
dal Congo RD

Obbedienza – Disobbedienza
Ecco cosa leggo a pag. 32 del numero di dicembre della vostra rivista: «Oggi nella Chiesa abbondano le parole, le esortazioni, le prediche, estrapolate dalla vita… Domina il principio di autorità che si basa sull’obbedienza passiva e senza intelligenza: bisogna obbedire perché lo dice chi comanda. Il fondamento della fede in questo contesto non è la persona di Dio o la sua Parola rivelata, ma il culto della personalità, che in termini biblici è idolatria peccaminosa». Interessante! Sembra di leggere un testo di Franco Barbero, un ex-prete che considera il Vaticano la Nuova Babilonia… A me hanno insegnato che il papa è il successore di Pietro, adesso scopro che era tutto sbagliato, che il rispetto verso la parola del papa è «idolatria peccaminosa»… O ho sbagliato tutto io, o state sbagliando di grosso Voi, anche perché il metodo non è cambiato: una volta la Chiesa si scagliava contro gli eretici, e si accendevano i roghi, oggi chi ragiona come Paolo Farinella insegna al popolo bue a disprezzare la gerarchia. Potete aiutare noi poveri fedeli ignoranti a capirci qualcosa? Possiamo ancora conservare qualcosa del primato che Gesù ha conferito a Pietro, magari cambiandogli il nome, ma mantenendo la sostanza della Chiesa che Gesù ha voluto lasciare dopo di lui? Possiamo continuare ad amare un santo come Giovanni Paolo II, o dobbiamo considerarla «idolatria peccaminosa»? Grazie.
Franco Estorgio
via email, 30/01/2012

Caro Sig. Franco,
«Quidquid recipitur ad modus recipientis recipitur», diceva S. Tommaso. Quanto è recepito, è recepito alla maniera del recipiente. Mi deve scusare, ma il suo commento mi ha fatto pensare a questo antico detto. Scrivere che Don Paolo Farinella «insegna a disprezzare la gerarchia» mi sembra proprio una forzatura. Non tocca a me fare il difensore d’ufficio di Don Paolo. Si sa difendere da solo. A lui piuttosto i nostri auguri accompagnandolo nella preghiera mentre entra in ospedale, proprio il Mercoledì delle Ceneri, per una seconda operazione al cuore.
In quelle righe incriminate non vedo un invito a disobbedire, ma a obbedire meglio, con più responsabilità e meno passività e opportunismo. La passività, per esempio, di chi obbedisce all’obbligo di fare astinenza durante la quaresima, ma non ha scrupoli a votare un partito che fa del razzismo la sua bandiera. L’opportunismo di chi lo (il Papa) incensa quando fa comodo ai propri interessi, e lo ignora completamente quando dice qualcosa che non piace.
Quante volte anche Gesù, nel Vangelo se la prende con i farisei per la loro falsa obbedienza. Pur zelanti nell’osservare minuziosamente ogni comandamento, regola e tradizione, in realtà erano ribelli alla vera volontà di Dio che ha un ordine solo: «Ama»!
Lei parla di «rispetto della parola del Papa» e amore a un «santo come Giovanni Paolo II». Non vedo come quanto scritto sulla nostra rivista possa essere un invito a non rispettare e non amare il Papa. Anzi, chiedere un’obbedienza che diventi imitazione, «non basta ubbidire, bisogna imitare», è molto di più che chiedere una semplice obbedienza. La Madre di Gesù è la prima obbediente. S. Paolo l’aveva capito bene quando scrisse: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1).
Che poi, andando sul sito di Don Paolo, uno trovi delle opinioni da cui si può dissentire, è vero, ma riteniamo che i nostri lettori siano tutt’altro che «un popolo bue». Pubblicandone gli articoli biblici, non invitiamo a diventare fans o discepoli di Farinella, vogliamo solo offrire degli strumenti indiscutibilmente validi per conoscere meglio, amare e vivere la Parola di Dio e per diventare discepoli di Gesù.

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