Ai lettori
Due nonni sprint hanno scritto questo messaggio natalizio e di fine anno ai propri nipoti.
«Quest’anno vogliamo farvi un regalo in più: un po’ di fame, anzi tanta fame.
Fame di conoscere e di sapere;
fame di guardare al di là del corto orizzonte delmondo che vi circonda;
fame d elevarvi sopra le idee ristrette che predominano nelvostro am bie nte;
fame d superare il”fanno tutti così”, il”tanto non c’è niente da fare” e il”non t occa a me” ;
fame d mettervi in gioco ogni giorno fino alla fine dei vostri giorni;
fame d sottrarvi alla logica dell’arrivismo, dei soldi, dell’individualismo;
fame d far prevalere ildiritto degli altri, soprattutto dei deboli e degli ultimi, sulvostro diritto;
fame d mettere davanti a tutto ilBene Comune e non ilvostro personale;
fame d lasciarvi escludere perché non volete conformarvi alle idee degli altri, del gruppo;
fame d ideali grandi, che vi diano la libertà e la felicità del cuore;
fame d Dio e della sua Parola, che nutra la vostra libertà, sete di giustizia e bellezza. Elevatevil Diventate autonomi, anticonformisti, liberil Siate voi stessi l Sempre.
Oggi facciamo memoria della nascita di Dio: Dio si fa carne, diventa uno di noi, uomo come noi.
Vi liberi dalle catene della pigrizia, degli stereotipi e dei pregiudizi, della acriticità.
Vi doni la Sapienza, cioè l’Intelligenza, la capacità di partire dalpassato per leggere ilpresente e progettare ilvostro futuro.
Vi accompagni in scelte e in azioni sempre positive. Questo è l’augurio che vi fanno i vostri nonni».
Questo messaggio è stato scritto dai due nonni dopo aver rimuginato con un po’ di amici sul primo dei cosiddetti «dieci comandamenti» delBeato Giuseppe Alla mano: «Elevatevi ald i sopra delle idee ristrette delvostro ambiente».
Ne è venuta fuori un’interessante attualizzazione.
Mentre scrivo, all’inizio di dicembre, ilnostro paese sta vivendo le ore traumatiche del decreto
«Salva Italia» in un misto di rassegnazione e rabbia e puntate secessioniste. Nelmondo… Avevo scritto qui una lunga lista di situazioni difficili che marcano ilnostro tempo: troppe e fin troppo facili da elencare. L.:ho cancellata. Credo che tutti siamo ben coscienti delmomento diffici le per ilnostro paese e per l’umanità, anche senza altre parole superflue.
Non abbiamo bisogno di compilare liste, ma di reagire a questa situazione per non farci appiattire dalla mancanza di speranza, dall’apparente ineluttabilità degli eventi e dalbla-bla dei politici. C’è bisogno dawero di «elevarsi aldi sopra delle idee ristrette delnostro ambien e»
nuare a vivere e sognare e diventare soggetti non vittime della nostra storia. E vero, ci vogliono misure tecniche, politche ed economiche per uscire dalla crisi in cui ci troviamo, ma queste da sole non bastano. Occorre cogliere questo tempo per fare delle riforme dentro noi stessi, nelno stro modo di pensare, relazionarci e agire. La crisi richiede ed offre la possibilità di un profondo rinnovamento della persona e delsuo modo di vivere. C’è bisogno di un uomo nuovo più solidale, più sobrio, più responsabile, capace di fare ilcammino della vita a piedi e non comodamente se duto in macchina brontolando nella mega-coda della vita.
Questa crisi può essere l’occasione per riscoprire le dimensioni più vere della nostra umanità, per vedere con occh i e cuore nuovo ilnostro vicino, per inventare nuove forme d i solidarietà e costrui re ponti invece che trincee, per approfondire la valenza rigeneratrice del dono della fede che sca tena la nostra carità e alimenta la speranza, per liberarci dall’invasione delle cose che occupano ogni angolo di casa nostra ed anche i nostri pensieri. Pensare alternativo, pensare fraterno, pen sare «divino»: si può, cogliamo l’occasione.
Buon 2012.
Gigi Anataloni