Neghelli parla romagnolo

Gambo: l’opera di padre Tarcisio Rossi continuata da un compaesano

Il sogno di p. Tarcisio Rossi (+ 2005), stroncato dalla morte, è continuato e portato a termine da un compaesano: ecco la storia di un silenzioso volontario di Cesena, Bruno Fusconi, che da oltre 20 anni coinvolge amici e benefattori romagnoli nella missione di Gambo, in Etiopia.

È la 19° volta che il signor Bruno Fusconi torna a Gambo. Da quando ha stretto una solida amicizia con il compaesano di Cesena, padre Tarcisio Rossi, ogni anno ha speso 3-4 mesi in Etiopia, prima per aiutare il suo concittadino, poi per continuae l’opera.
Nel 2004, padre Tarcisio progettò la costruzione di un nuovo centro missionario a Neghelli, a 40 km da Gambo, ma non ne vide  che gli inizi, essendo deceduto all’inizio di settembre del 2005. Il signor Bruno, come promesso all’amicoe conterraneo, continuò quel progetto, che si può considerare ormai realizzato con l’inaugurazione della chiesa, avvenuta l’estate scorsa.
Ma l’opera principale è stato l’asilo, aperto nel 2008 con una sessantina di alunni; oggi sono 130 e c’è posto per altri 70. «Gli scolaretti di 4 e 5 anni – racconta Bruno – sono seguiti da personale qualificato; vestono una divisa azzurra con camicia rosa: per molti di essi sono i primi indumenti di qualità ed è la prima volta che possono giocare in un luogo sicuro e pulito. Tra insegnanti, assistenti e personale vario, l’asilo dà lavoro a 13 persone, il che significa sostegno per 13 famiglie: è stato adottato per intero dalla ditta Origel di Cesena, che si è impegnata a sostenee le spese».
È infatti bussando alla porta di ditte, banche, club, associazioni e amici cesenati e romagnoli che il signor Fusconi è riuscito a costruire le varie strutture di Neghelli: case per le suore, abitazioni per i missionari e personale di servizio, salone polivalente e la chiesa. Ma sono molte le opere di utilità pubblica che portano la sua firma in questi 20 anni di volontariato nella missione di Gambo: linee elettriche, pozzi per l’acqua, strade, scuole elementari e medie, cappelle e sostegno a varie iniziative dei missionari e missionarie della Consolata, come borse di studio, corsi di formazione per la promozione della donna, progetti di microcredito.

«Dopo due ore e mezza di cammino su una pista fangosa, suor Eudoxia e io siamo saliti fino a 2.600 metri di altitudine, per raggiungere la frazione di Alamgana, dove i cattolici costituiscono il 90 per cento della popolazione. Essi ci attendevano nel salone parrocchiale per la chiusura dell’anno di formazione di un gruppo di donne, pronte per avviare attività di microcredito», racconta Bruno. Le iniziative di emancipazione femminile sono portate avanti con successo dalle suore e il signor Fusconi dà il suo valido supporto, con  l’aiuto dei benefattori.
«Abbiamo consegnato a una trentina di donne un prestito in denaro con cui iniziare un’attività in proprio – continua -. Più che un esercizio di microcredito, mi sembrava di partecipare alla creazione di una vera e propria Cassa Rurale, con documenti da compilare, firme del beneficiario e controfirma del rispettivo marito o da un conoscente».
Tale procedura rafforza l’importanza dell’atto sottoscritto. Prima di ricevere il prestito la donna deve frequentare i corsi di formazione in cui impara a leggere e scrivere e riceve istruzioni su come gestire la propria attività. Inoltre, porre la firma in un documento conferisce alle donne il senso di autostima, d’importanza e di autorità in seno alla propria famiglia.
Le attività intraprese da queste donne sono varie: acquisto di una mucca da latte, una pecora già gravida (per avere subito agnellino e latte), galline per la produzione di uova, sementi varie per le coltivazioni, esercizio di piccoli commerci… tutto per rispondere almeno in parte alle necessità della famiglia.
Attualmente i corsi di formazione sono stati organizzati in sette comunità della missione, con la partecipazione di 560 donne, delle quali 218 hanno avuto accesso al microcredito. Molte di esse hanno già restituito il prestito.
Mentre aumentano i partecipanti ai gruppi già costituiti, altre comunità chiedono di poter godere di tale iniziativa: le donne hanno capito che l’alfabetizzazione e l’esercizio di una microattività è l’unica strada per uscire dall’emarginazione, diventare protagoniste della gestione familiare e reclamare la parità con gli uomini in seno alla famiglia e alla società.

Benedetto Bellesi

Benedetto Bellesi

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