Rinascita democratica?

«Anniversari» in Burkina Faso

Le manifestazioni per commemorare i 20 anni dalla morte di Thomas Sankara si sono svolte in tutto il Burkina Faso. Intanto il «potere» ha festeggiato due decenni di dominio incontrastato.

Il 4 agosto 1983 quattro giovani ufficiali presero il potere in Alto Volta e impegnarono il paese lungo una via di trasformazione rivoluzionaria. Avevano come idolo Fidel Castro, Che Guevara, ma anche Mao Zedong e l’albanese Envers Hoxa. L’Alto Volta era in quel momento caratterizzato da un’instabilità politica segnata da tre colpi di stato, realizzatisi in maniera più o meno pacifica. Thomas Sankara si rivelava come capo incontestato della nuova giunta al potere.
Nel governo precedente aveva funzioni di primo ministro, ma le relazioni con il presidente Jean-Baptiste Ouedraogo erano piuttosto difficili, al punto che quest’ultimo ordina l’arresto del suo premier, su suggerimento di Guy Penne, allora consigliere del presidente francese François Mitterand. Con questo arresto gli avvenimenti si accelerano. Il paese entra in una fase pre – rivoluzionaria marcata da manifestazioni di strada che le forze di sicurezza dell’epoca non riescono a contenere. L’esercito era pure agitato da convulsioni animate dai protagonisti dei due campi. La rivoluzione era nell’aria e finisce per scoppiare il 4 agosto 1983.

il popolo al potere?

Il potere popolare fu instaurato attraverso l’organizzazione dei «comitati di difesa della rivoluzione» (cdr).
Questo marcherà profondamente il paese, tanto per le sue trasformazioni materiali rapide, che per i suoi metodi in totale rottura con quelli tradizionali. Ma molto rapidamente le contraddizioni affiorano tra i capi della rivoluzione. La nascita di fazioni intee fa degenerare la situazione. Il 15 ottobre 1987 Thomas Sankara è assassinato durante una riunione con dodici dei suoi compagni. La notizia della sua morte provoca una indignazione generale nella popolazione, anche se gli ultimi anni del suo potere avevano provocato molte frustrazioni, a causa dei numerosi soprusi perpetrati dai cdr.
In Burkina non si era mai vista una tale violenza politica. La morte di Thomas Sankara, capo dello Stato, non poteva che scioccare. La data della sua scomparsa è commemorata ogni anno da cerimonie al cimitero di Dagnoèn, dove riposa con i suoi 12 compagni di sfortuna.

dal messico al burkina

Questa figura storica della rivoluzione burkinabè era già il riferimento della gioventù del paese e dell’Africa. La sua morte amplifica il fenomeno facendo di lui un eroe.
 In questo ventesimo anniversario, i rivoluzionari di tutto il mondo hanno voluto dare all’evento un aspetto particolare. Intanto l’anno 2007 è stato proclamato dai suoi sostenitori «anno Thomas Sankara».
Tra le manifestazioni è importante sottolineare l’organizzazione di una carovana partita dal Messico per il Burkina Faso, con tappe nei paesi dell’America Latina, Europa e Africa. Un simposio internazionale è stato organizzato la settimana del 15 ottobre.
Il giorno anniversario della morte è stato segnato da una processione al cimitero. Le attività previste hanno avuto luogo, nonostante le difficoltà di ogni tipo che gli organizzatori hanno incontrato. Va notato, in particolare, che le sale pubbliche sono state rifiutate per gli eventi dagli uomini di potere. La televisione nazionale ha rifiutato di diffondere uno spot con contenuto informativo che gli organizzatori avevano presentato nel pieno rispetto delle regole.
Malgrado tutto questo ostruzionismo, l’avvenimento ha avuto eco nazionale e internazionale tale che lo scontento era ben visibile tra i partigiani di Blaise Compaoré (attuale presidente, salito al potere il giorno dell’assassinio di Sankara, ndr). Non dimenticheranno mai il colpo di grazia che ha costituito la venuta in Burkina di Mariam Sankara, la vedova del presidente defunto. Erano quasi 20 anni che aveva lasciato il paese in seguito all’assassinio di suo marito, senza più rimetterci piede. È stata accolta all’aeroporto di Ouagadougou da una popolazione numerosa, in un clima quasi d’isteria collettiva. Il giorno seguente, il 15 ottobre, un cimitero nero di gente ha assistito alla cerimonia per il deposito di corone di fiori sulla tomba.
Tutto questo non è piaciuto a Blaise Compaoré e i suoi uomini che avevano messo tutti i mezzi dalla loro parte sperando di marginalizzare le attività dei sankaristi.
le contro –
manifestazioni

Le manifestazioni del potere erano state organizzate nelle 45 province del paese con comitati provinciali. Parola d’ordine «festeggiare la rinascita democratica del Burkina», che Blaise vuole inizi proprio quel 15 ottobre.
A Ouagadougou una conferenza internazionale sulla buona governance è stata convocata, invitando personalità africane (e non) ad alti livelli. Di passaggio in Africa, è venuto anche il presidente del Brasile: Lula. Le star africane della musica hanno fatto l’animazione. Le organizzazioni dei giovani legate al potere sono state mobilitate dal ministero di competenza e portate a Pô, la città da dove partì la rivoluzione, per un meeting che si voleva storico. Si trattava di spiegare a questi giovani che la rivoluzione è stata fatta da Blaise Compaoré e che Sankara l’ha diretta per procura. Per l’occasione hanno portato delle persone a testimoniare e il tutto si è fatto in un’atmosfera di malafede e di finta amnesia.
A festa finita ognuno fa il suo bilancio. Ci si può domandare a che cosa ha portato questo confronto sulla data del 15 ottobre.
Il 30 marzo 2001, una giornata detta di riconciliazione nazionale era stata organizzata sotto la guida di Blaise Compaoré stesso. In quell’occasione, Thomas Sankara, era stato elevato al rango di eroe nazionale. Strano eroe nazionale se il ventesimo anniversario della morte resta oggetto, dal lato ufficiale di un ostracismo incallito!

Di Germain Bitiu Nama

Voci dalla strada

1987-2007. Una ricorrenza preparata da tempo da chi sostiene, ancora oggi, lo spirito che aveva animato il breve periodo di governo Sankara e sentita anche dalla gente comune.

La signora Fanta fa la sarta e all’epoca aveva vent’anni. Nel suo piccolo atelier ricorda quegli anni con un po’ di nostalgia: «Grazie a Tom Sank, il mio Capitano – dice, facendo l’occhiolino – le donne hanno avuto molto, la nostra condizione è migliorata».
Chi ha vissuto gli anni della rivoluzione non può dimenticare le campagne di vaccinazioni  per i bambini, la lotta contro l’analfabetismo, le battaglie contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili e molto altro ancora. Non solo nostalgia: «Sankara ha fatto sicuramente delle cose buone ma un governo militare non è mai buono per un paese, se fosse durato più a lungo non sarebbe stato positivo» racconta Mamadou, taxista cinquantenne a Ouagadougou.
«Non si parla mai abbastanza di queste cose, ma non dobbiamo smettere di ricordare, per fare conoscere. Noi che abbiamo conosciuto Thomas abbiamo il dovere storico di parlare di lui. Oggi ci sono giovani di vent’anni che non hanno visto quel periodo. Noi che l’abbiamo vissuto dobbiamo raccontarlo». Sono le parole di Fidel Toé, ministro del lavoro durante il governo Sankara, suo amico d’infanzia, amico fedele anche dopo la sua morte.  Non ha ceduto alle pressioni di chi voleva fargli dichiarare che Sankara stesse organizzando un complotto contro Compaoré. Ricordare il 15 ottobre significa ricordare che Sankara è stato ucciso da uomini facenti parte di quello stesso paese per lo sviluppo del quale lui si era battuto.

Jean Hubert Bazie, giornalista, che oggi si occupa di formazione, è membro del comitato organizzativo della commemorazione per Sankara, con cui aveva lavorato. Con passione racconta: «L’anniversario è stato preparato tranquillamente da noi, con discrezione, prenotando in anticipo la Maison du Peuple (centro per manifestazioni, ndr), ma può essere che gli uomini del presidente abbiano capito che c’è molto interesse per questo avvenimento, e abbiano avuto paura. Dunque, hanno reagito inventando la festa per i vent’anni della rinascita democratica. Trovo questa decisione una scelta stolta. Se è vero che il presidente ha portato la democrazia è strano voler festeggiare il giorno in cui il potere è stato preso uccidendo Sankara, dovrebbero piuttosto celebrare il giorno dell’elezione del presidente. È fondamentalmente un errore festeggiare il giorno in cui un uomo è stato ucciso». Alla marcia popolare del 15 ottobre, alla tomba di Sankara lui è presente, insieme alla moglie di Sankara, rientrata dalla Francia per l’occasione, e a migliaia di persone che, con forza, hanno manifestato.  Per testimoniare che la morte del leader non ha cancellato le sue idee. Contemporaneamente, a place de la Nation (ex place de la Révolution, negli anni di Sankara), si è svolta la kermesse per festeggiare la democrazia.

di Tiziana Mussano, da Ouagadougou

Germain Nama

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