Dal rettore magnifico

T ra l’Università di Torino e l’Africa esiste un rapporto molto concreto, tangibile e in fase di continuo arricchimento. Da molti anni ormai diverse facoltà e gruppi di ricerca del nostro ateneo svolgono attività di cooperazione nel continente africano: un continente problematico, ma allo stesso tempo ricco di risorse umane e di interessi di ricerca.
Gli accordi esistenti riguardano sia la cooperazione interuniversitaria che quella a sostegno dello sviluppo e rientrano sia nell’ambito della didattica che della ricerca scientifica. I progetti spaziano in diversi ambiti disciplinari, dal campo medico e sanitario, a quello della medicina veterinaria, delle scienze agrarie, biologiche, matematiche e fisiche, ma anche delle discipline giuridiche, antropologiche ed umanistiche.
Docenti e studenti torinesi e africani trascorrono periodi di studio e ricerca presso l’ateneo partner, rendendo possibili esperienze estremamente arricchenti sia sotto il profilo didattico e professionale sia, più in generale, nella prospettiva della comunicazione interculturale.
Allo stretto rapporto tra l’Università di Torino e l’Africa, nei mesi di maggio e giugno 2005, sono state dedicate una mostra fotografica e una giornata di studi, organizzata dal dipartimento di Scienze antropologiche, archeologiche e atorico-territoriali e dal Centro piemontese di studi africani.
Le due iniziative, ospitate nel rettorato della nostra Università, sono state preziose occasioni per diffondere la conoscenza sui progetti avviati e i risultati ottenuti.

L’ impegno dell’Università in Africa in ambito medico e sanitario prevede essenzialmente interventi di tipo assistenziale, didattico e scientifico dall’implicito carattere umanitario.
Nel villaggio burundese di Kiremba, a 30 km dal confine con il Rwanda, dal 1966 sorge un ospedale fatto costruire dalla diocesi di Brescia per volere di sua santità Paolo vi. L’ospedale, a cui attualmente accedono circa 100 mila abitanti, è dotato di reparti di medicina, pediatria, ostetricia, ginecologia, chirurgia, ortopedia e alcuni servizi quali un laboratorio analisi e uno di radiologia, e il centro nutrizionale e terapeutico. Le facoltà di medicina dell’Università di Torino e Verona operano in stretta collaborazione a livello medico per la gestione della struttura che è affidata alla Ong Ascom (Associazione per la cooperazione missionaria) di Legnago (VR).
L’Università di Torino inoltre cornordina un’attività di ricerca clinica soprattutto su malaria, virus dell’Hiv, tubercolosi e collabora con la facoltà di Medicina di Ngozi, tenendo un corso di malattie infettive e tropicali agli studenti del 3° anno, i quali hanno anche la possibilità di svolgere uno stage teorico pratico presso l’ospedale di Kiremba.
Si tratta di un intervento che permette all’ospedale di Kiremba di avere medici specializzati senza spese di gestione e all’Università di Torino di implementare lavori di ricerca scientifica con una importante ricaduta sulla sanità pubblica mondiale.

I n Kenya l’Università di Torino nel 2000 ha siglato un accordo quadro di cooperazione con il Nazareth Hospital di Limuru, un ospedale missionario di 220 letti in cui ogni anno vengono ricoverati e assistiti 15 mila pazienti, in gran parte provenienti dagli slums della capitale Nairobi.
Il prof. Giorgio Olivero, direttore della 3a scuola di specializzazione in chirurgia generale è il responsabile del progetto, che prevede l’invio di docenti, specializzandi e studenti della nostra facoltà di Medicina e Chirurgia, l’organizzazione di seminari e convegni scientifici e la donazione di attrezzature.
Personalmente il prof. Olivero ogni anno svolge per un mese la propria attività chirurgica e didattica presso l’ospedale, addestrando personale locale, studenti di medicina e specializzandi.
La Scuola di specializzazione di malattie infettive di Torino, diretta dal prof. Giovanni Di Perri, cornopera con l’ospedale inviando, con cadenza semestrale, un medico specializzando che svolge un ruolo di assistenza medica nel reparto di pediatria ed educazione sanitaria permanente per il personale medico infermieristico.

L’ ateneo guarda con vivo interesse al proseguimento della ricerca africanistica svolta in partenariato con le università e le istituzioni africane. L’intenzione per il futuro è quella di promuovere nuove strategie per la crescita di un positivo confronto interdisciplinare tra ricercatori italiani e africani, di esplorare possibili sinergie e mettere a punto iniziative comuni che coinvolgano le istituzioni di ambo le parti.

Ezio Pelizzetti

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