Uniti si vince

Caro direttore,
partendo da Missioni Consolata, ottobre 2003 (contro le guerre) e dal numero di gennaio 2004 (Iraq in guerra), entrambi ottimi, vorrei sottoporle alcuni rilievi.
1. Noi cattolici non crediamo alla pubblicità, al suo «potere». Altrimenti, perché non inviare il numero contro le guerre ai governanti, a cominciare da Berlusconi, che hanno appoggiato moralmente (e stanno appoggiando direttamente) l’azione (mi astengo dal definirla) di Bush e Blair? Perché non inviare quel servizio perfetto ai giornali (e giornalisti), a cominciare da Libero di V. Feltri, che hanno umiliato e offeso i milioni di cattolici e non, i quali hanno manifestato coraggiosamente contro Bush e la guerra?
2. Noi cattolici siamo divisi, dispersi. La rivista La Civiltà Cattolica, 3 gennaio 2004, scrive: «Già nel 1965 Lazzati riconosceva che, quantitativamente, l’editoria giornalistica cattolica era notevole (circa 2.000 testate), ma notava amaramente che incideva ben poco sull’opinione pubblica. Purtroppo la diagnosi è corretta…». L’articolista concludeva: «Se vogliamo ricompattare il laicato, dobbiamo iniziare a superare la frammentazione del giornalismo cattolico».
Noto che Missioni Consolata, Nigrizia e Missione Oggi si equivalgono (sotto molti aspetti) per chiarezza di linguaggio (parresia, secondo san Paolo e «parlar chiaro» secondo Thomas Merton), per coraggio e impostazione di tematiche. Dico solo: uniti si vince (divide et impera, ci insegnano i Romani, cioè vince chi riesce a dividere l’avversario).
Nota bene. C’è anche il problema di costi. Personalmente, per fare un esempio (tratto dalle Edizioni Paoline), dovrei abbonarmi a Famiglia Cristiana, Letture e Jesus. Si tratta di una suddivisione che non sta in piedi, dato che il prodotto è di un unico «proprietario». Non ci vuole un granché per capire che L’Espresso o Panorama incidono di più.
Ambrogio Vismara
Cuggiono (MI)

Il nostro parere «personale» collima con il suo, signor Ambrogio. Il mondo editoriale missionario, tuttavia, sta camminando verso l’unità con qualche buon esito: ad esempio con l’EMI (editrice missionaria italiana) e la MISNA (agenzia di informazione missionaria). EMI e Misna sono della CIMI (conferenza degli istituti missionari in Italia).

Ambrogio Vismara

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