A scuola di pace

Signor direttore,
le sottoponiamo la lettera
che, quali insegnanti della
scuola elementare di Cutrofiano
(LE), abbiamo
rivolto al presidente della
Repubblica italiana e al
presidente del Consiglio
dei ministri.
«Signor presidente,
le scriviamo nel nostro
ruolo sociale di formatori
e di educatori. Da alcuni
anni, sollecitati anche dal
Ministero della pubblica
istruzione, siamo impegnati
a educare le nuove
generazioni ai valori della
pace, della giustizia, della
salvaguardia dell’ambiente
e della convivenza
pacifica. Cerchiamo con i
nostri alunni di cogliere
l’importanza delle altre
culture e tradizioni religiose,
che nella loro diversità
domandano attenzione,
rispetto e valorizzazione.
Dovendo affrontare gli
inevitabili conflitti interni
o estei alle nostre
classi, ci alleniamo quotidianamente
in uno stile
educativo che privilegia
l’ascolto, il dialogo, l’analisi
delle «ragioni» di ciascuno,
per arrivare ad un
accordo, un’intesa, un
compromesso accettabile
e garante del rispetto di
tutti.
Insegniamo ai nostri
ragazzi il rispetto delle istituzioni
nazionali e inteazionali,
sostenute
esse stesse da leggi che
dovrebbero tutelare il
bene del singolo e della
collettività.
Abbiamo capito la fondamentale
importanza
della conoscenza e del rispetto
dei diritti umani,
che l’Onu è chiamata a
tradurre in scelte politiche
ed economiche da
proporre ai singoli stati,
perché diventino regole
di vita sociale.
Per questi motivi, riteniamo
doveroso manifestare
DISSENSO ad ogni
scelta del nostro paese
che voglia perseguire il
rispetto del diritto attraverso
l’uso della forza e
della violenza delle armi.
Condividiamo l’opinione
di quanti sostengono
che è finito il tempo di
giustificare la forza, mentre
occorre impegnarsi
per rafforzare la giustizia.
Gli insegnanti
della scuola elementare
di Cutrofiano – LE
(seguono 15 nominativi)

AAVV