Per evitare incendi, abbatti gli alberi…

Cari missionari,
circa il summit di Johannesburg
e l’antiamericanismo
cui si riferisce Mercedes
Bresso, presidente
della provincia di Torino
(vedi Missioni Consolata,
dicembre 2002, pag. 25),
credo necessarie alcune
puntualizzazioni.
1 – Mentre a Johannesburg
le Ong si davano da
fare per evitare che il vertice
si risolvesse nel solito
fiasco, in Oregon G.W.
Bush, dopo l’ennesima estate
di incendi ed altri disastri
provocati in gran
parte dall’irresponsabilità
umana, proclamava: «Per
diminuire il rischio di incendi
e danni a persone e
cose, facciamo abbattere
più alberi alle compagnie
del legname… così le fiamme
non avranno più combustibile».
Chi sono, dunque, i veri
antiamericani? Come fa il
presidente del paese più
potente del mondo a sorvolare
su tantissimi suoi
concittadini che hanno già
pagato un prezzo altissimo
alla dissennata politica
di deforestazione? Come
può ignorare che gli Usa
hanno già perso oltre il
90% delle loro foreste e
che il taglio di alberi ha innescato
una catena di alterazioni
ecologiche che ha
distrutto habitat preziosi,
provocato l’estinzione o
quasi di specie animali e
vegetali un tempo diffusissime,
compromesso l’integrità
fisica di milioni e milioni
di americani?
2 – Non tutti gli ecologisti
sono antiamericani e
non tutti gli americani sono
antiecologisti. Come
ha dimostrato Julia Butterfly
Hill (con i due anni
passati sulla sequoia
Luna), ci sono negli Usa
persone che compiono
grossi sacrifici, pur di evitare
che la Pacific Lumber
(una compagnia che Bush
ha invitato ad aumentare il
taglio dei boschi per il
«bene dell’economia» e la
«sicurezza» dei cittadini)
aggiunga alla pingue lista
dei suoi scempi anche le
ultime foreste di sequoie
(alberi, tra l’altro, assai resistenti
agli incendi; tant’è
che i fabbricanti di estintori
hanno «copiato» le
molecole presenti nella
corteccia di questi stupendi
giganti). Sono più antiamericani
quelli che si riconoscono
nelle idee di Julia,
espresse nel libro La
ragazza sull’albero, o quelli
che si riconoscono nelle
idee degli uomini della
Timber Pacific e della Casa
Bianca?

Il summit di Johannesburg
(settembre 2002)
ha riguardato lo sviluppo
sostenibile: quindi rispettoso
dell’ambiente.
Ma i risultati sono stati
modesti… Sul tema scottante
«ecologia», forse
possiamo imparare qualcosa
dall’Australia (cfr. il
dossier di questo mese).

Mario Pace

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