MORTI E… RISORTI

Doncello, Colombia. Il paese cresce a vista d’occhio da quando il
governo ha diviso la foresta circostante in tante fette e le ha assegnate
a un centinaio di famiglie, fuggite dalla violenza e insicurezza di altre
regioni del paese. Con un prestito della Banca agraria, tirano su un ranchito
(capanna), disboscano tutto attorno qualche ettaro di selva e cominciano a
seminare riso, granturco, banane… finalmente felici di essere padroni di un
pezzo di terra. Ma il denaro scarseggia…
Francesco, padre di quattro figli, un giorno si presenta addolorato e piangente:
mi annuncia che sua moglie è morta. Conoscevo bene la sua signora; più di una
volta, visitando le famiglie, avevo dovuto fermarmi, accettare un caffè e benedire i
figli. Mi commuovo anch’io, quando mi chiede di aiutarlo a pagare il funerale e le
spese sostenute per la degenza della defunta all’ospedale di Florencia.
Svuoto il portafoglio; vado in chiesa, apro la cassetta delle elemosine,
raggranello 50 mila pesos e glieli consegno. «Grazie, padre!» e sparisce.
Ma 15 giorni dopo, ecco apparire la defunta. «Non sei morta» le domando.
Ignara di tutto, mi chiede di aiutarla con 20 pesos, per liberare dal carcere il
marito: aveva rubato e venduto un maiale e si era ubriacato.
«Eccoti i 20 pesos; ma di’ a Francesco di non combinare altre marachelle».
Due mesi dopo sono a Puertorico, circa 30 km da Doncello, per sostituire un
padre che deve assentarsi per alcuni giorni. Una sera, sull’imbrunire,
arrivano tre ragazzi e mi dicono trafelati: «Vieni, padre, c’è un morto
laggiù, in quella casa semiabbandonata». E mi accompagnano.
Su un tavolaccio c’è un uomo «morto», scalzo e senza camicia; quattro candele
illuminano l’ambiente e un catino posto ai suoi piedi. La gente è già arrivata
per pregare; prima di uscire, tutti depositano nel catino un’offerta per il
funerale. Faccio anch’io la mia elemosina.
Mentre prego, cerco di conoscere il tipo che, avendo la testa piegata
e nell’ombra, non riesco a riconoscere. Domando ai
presenti. Mi rispondono due sconosciuti: «Siamo venuti
a pescare ed è stato colto da infarto. Domani faremo i
funerali e toeremo a casa».
Ma il giorno dopo il morto è scomparso. Verso
mezzanotte, quando non c’era più nessuno a pregare, il
morto si era alzato, aveva raccolto i soldi nel catino e se
l’era svignata con i due amici: era il solito Francesco,
morto e risorto.

Giovanni De Michelis

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