Scusate se diamo fastidio

Gli immigrati, arrivati da poco nelle città dell’America Latina, di solito abitano con qualche amico o parente fino a che si abituano alle nuove condizioni di vita e trovano qualche modo per guadagnarsi da vivere. A causa dello spazio ridotto, tuttavia, presto divengono ansiosi di trovare un posto tutto per loro. La scelta è limitata: affittare una minuscola stanza in un’abitazione sovraffollata nel centro-città, oppure unirsi al numero crescente di abusivi nelle baraccopoli.
A Rio de Janeiro la prima favela è sorta nel 1920. Oggi vi abita più di un terzo degli abitanti della città…
Le case delle baraccopoli vengono costruite da chi vi risiede e sono quasi sempre illegali, sia perché gli abusivi non possiedono la terra, sia perché non hanno il permesso edilizio. Molti insediamenti iniziano con «l’invasione della terra»: un gruppo di poveri cittadini, che spesso ne comprende alcuni immigrati da poco, invade un pezzo di terra di notte e costruisce frettolosamente delle baracche temporanee. Se riescono a opporsi ai tentativi iniziali delle autorità o dei padroni di farli sloggiare, le case temporanee hanno qualche possibilità di diventare permanenti.
Man mano che il tempo passa e aumentano le prospettive dell’insediamento, i residenti iniziano un lungo processo per migliorare le case. I miglioramenti occupano molto del loro tempo libero e denaro. Quelle che prima erano baracche di cartone e plastica vengono rifatte con assi e lamiere. Col passare degli anni, iniziano ad apparire case in mattone, qualcuno addirittura aggiunge un secondo piano. Alla fine assomigliano a quelle degli altri quartieri, ed entrano a far parte dell’economia cittadina, visto che un numero crescente di case viene venduto o affittato dai loro primi abitanti.

A ll’inizio gli insediamenti abusivi devono affrontare problemi enormi. Spesso il terreno che hanno occupato era libero proprio perché non edificabile. A Rio de Janeiro i poveri si insediano sui lati delle colline, che rischiano di franare ogni volta che piove…
Di solito i problemi più urgenti sono l’acqua e la rete fognaria. A São Paulo più di un terzo delle case nella città, soprattutto nelle baraccopoli di periferia, non ha installazioni fognarie o pozzi neri. La gente utilizza buche all’aperto o latrine senz’acqua, che spesso contaminano i pozzi superficiali, unica fonte d’acqua.
La chiave per migliorare la qualità della vita è l’organizzazione, e gli insediamenti abusivi hanno prodotto alcune delle organizzazioni più valide dell’America Latina. L’elenco delle richieste è lungo: strade, acqua potabile, fogne, elettricità, scuole, raccolta dei rifiuti, ospedali e mezzi di trasporto. Altro tema scottante è la loro illegalità dato che, non avendo alcun titolo di proprietà sulla terra, gli abitanti non si possono sentire sicuri in casa propria. Una volta che l’insediamento è costituito, può crescere rapidamente.
Le autorità possono rispondere all’invasione della terra con violenti tentativi di evacuazione, ma col tempo molti riconoscono che l’insediamento illegale e il costruirsi da soli la casa sono l’unica soluzione alla scarsità di abitazioni…
Una seria riforma del suolo urbano è l’unica alternativa alla coesistenza tutt’altro che facile delle autorità con gli abusivi. Ci sono molti punti in comune tra la crisi rurale della terra e quella delle città. Come per la riforma agraria, una riforma del suolo urbano, se vuole avere successo, richiede molto più di una mera distribuzione di terra. Gli abusivi hanno anche bisogno di poter accedere al credito, che permette loro di acquistare i materiali da costruzione, di infrastrutture, come strade ed elettricità, e di consulenza tecnica per l’edilizia. Proprio come in campagna, i grandi latifondisti urbani si oppongono a ogni tentativo che metta in pericolo il loro potere, e generalmente tali sforzi hanno successo.

I visitatori dell’America Latina possono vedere ben poco della vita nelle baraccopoli, dato che gli hotel dei turisti e gli amici o i contatti si trovano di solito nelle zone più benestanti, in quartieri eleganti o nei modei centri cittadini. Il livello di criminalità nelle baraccopoli, sebbene spesso gonfiato, è un altro valido motivo che allontana l’idea di visitare i quartieri più poveri. Nei quartieri del ceto medio le famiglie conducono una vita abbastanza confortevole, aiutate da personale di servizio e dalla possibilità di utilizzare gli elettrodomestici.
Rispetto alla popolazione complessiva, il ceto medio in America Latina è molto più ridotto che in Europa o negli Stati Uniti, e un abisso lo divide dalle masse povere dei quartieri più squallidi…
Lungo la strada principale nel nord di Recife, in Brasile, la processione di baracche di cartone e legno viene nascosta alla vista degli automobilisti. Un tabellone municipale lungo centinaia di metri si scusa per «il disagio causato dalle case provvisorie». Il cartellone può nascondere le case alla vista, ma non il caldo fetore del canale che attraversa l’accampamento. I bambini denutriti nuotano nelle acque inquinate. In certi punti, le sponde del canale sono costituite interamente da rifiuti…

Duncan Green
(testo liberamente tratto da «America Latina oggi»)

Duncan Green

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